Reddito di emergenza da 800 euro (per due mesi). Per i lavoratori in nero si pensa a un mini bonus
Il punto certo del cantiere che sta muovendo i suoi primi passi è che il reddito di emergenza ci sarà. Andrà a precari, colf, badanti, babysitter, lavoratori stagionali, a chi rischia di non avere rinnovato il contratto. Anche ai lavoratori in nero, ma con una cifra ridotta. Chi ha il reddito di cittadinanza, invece, rientra tra i tutelati e sarà quindi escluso dal reddito di emergenza. Il nuovo sostegno non passerà – almeno così la pensano a via XX settembre – da un allentamento dei paletti di quel reddito di cittadinanza che i 5 stelle vogliono elevare a protocollo della cura economica del Paese devastato dal coronavirus. “Il tagliando per estendere o anche per restringere il reddito di cittadinanza si farà più in là”, spiega una fonte di governo di primissimo livello a Huffpost. La ministra del Lavoro in quota 5s Nunzia Catalfo spinge per “un alleggerimento” dei requisiti di accesso al reddito di cittadinanza, ma una volta finita l’emergenza. Una fetta dei grillini, però, tiene il punto e continua a chiedere di allargare l’accesso da subito. Grillo si lancia in qualcosa di ancora più esteso: un reddito “per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi”. Un ritorno alle origini per il fondatore del M5s, che sul suo blog indica nel reddito universale “la via d’uscita da questa crisi”.
La strada intrapresa dai tecnici del Tesoro, però, segue una linea diversa e ben precisa: bisogna pensare a chi non ha una tutela. E il reddito di cittadinanza, che viaggia intorno a una media di 500 euro, è una tutela. Certo, ci si sta ponendo anche il tema di chi prende meno del reddito pieno, pari a 780 euro, o anche meno della media, ma è una sacca residuale. L’emergenza è focalizzata su chi non ha nulla in tasca o rischia di ritrovarsi presto in queste condizioni.
Bisogna quindi inquadrare in questa ottica lo stanziamento di 800 euro al mese che si sta pensando di mettere in campo per aprile e maggio. Non senza distinzioni. I lavoratori in nero – circa 3,5 milioni – non saranno lasciati senza bonus, ma nell’esecutivo sta prevalendo al momento l’idea di chi ritiene che non possono essere equiparati a chi si è ritrovato costretto a chiudere un’attività piuttosto che ai precari. La traduzione economica di questo ragionamento è di sostenerli con un mini bonus di 400 euro. Per tutti, comunque, il reddito di emergenza sarà temporaneo, cioè legato alla stessa emergenza dettata dal virus. Per questo il bonus sarà valido solo fino a maggio. La logica è quella che ha ispirato le misure di marzo. L’estensione di una tutela a chi era rimasto escluso dal primo decreto economico è la chiusa del ragionamento. Non è da escludere una proroga, ma al momento è prematuro perché la questione viaggia appesa a quella più generale della durata del lockdown del Paese.
Si diceva dell’emergenza che si allarga. Non riguarda solo chi è più indietro rispetto agli altri, ma anche chi è leggermente più avanti. Sono i tutelati dal decreto di marzo. Continueranno ad esserlo anche ad aprile. E in misura maggiore. Il bonus per gli autonomi, le partite Iva e i professionisti, salirà da 600 a 800 euro. Sarà però più selettivo nel senso che saranno fatta delle verifiche per darlo a chi effettivamente ha subito danni dal coronavirus. A marzo, causa emergenza scoppiata tra i piedi, non era stato possibile farlo. Ci sarà anche il rinnovo della cassa integrazione nelle tre forme (ordinaria, in deroga e Fondo di integrazione salariale) già previste a marzo. La durata è ancora da stabilire. Tutti, nel governo, concordano che le nove settimane già previste sono troppo poche. Più di qualcuno vorrebbe allungarla fino al 31 luglio. Si lavora anche al rinnovo dei voucher per le baby sitter, mentre si stanno facendo delle valutazioni sull’assegno da 100 euro per ogni figlio proposto dai renziani. Tutto nel decreto che è lievitato ad almeno 30 miliardi. Da scrivere subito, in dieci giorni. Mettendo tutti d’accordo dentro al governo.
L’HUFFPOST
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