I medici di famiglia: “Pronti a chiudere gli ambulatori, a due mesi dallo stato d’emergenza nazionale non abbiamo ancora i dispositivi di protezione”
E ha stigmatizzato la mancata relazione tecnica a un emendamento che ha bloccato la possibilità per i medici di base di avere la forniture dei dispositivi di protezione per fronteggiare l’epidemia. “L’emendamento al Cura Italia – ha spiegato – mirava a chiarire che la fornitura dei dispositivi di protezione individuale doveva essere estesa ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai farmacisti. La Fimmg considera inaccettabile il parere negativo della Ragioneria dello Stato all’emendamento 5.1 a prima firma Paola Boldrini (Pd), depositato in commissione Bilancio del Senato”. “A quanto si apprende – ha riferito – la Ragioneria, nel rinviare il parere del ministero della Salute, si è espressa in maniera contraria per la mancanza di una relazione tecnica utile a quantificare gli oneri finanziari prodotti da questa modifica. Mi chiedo quanto valga per lo Stato la vita di un medico”.
Coronavirus, come usare correttamente le mascherine
Intanto la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi) indica che quella degli infermieri è la categoria che conta il maggior numero di positivi tra gli operatori sanitari: il 52% del totale, e rispetto all’età media dei camici bianchi contagiati, quella degli infermieri è la più bassa. Tonino Aceti, portavoce di Fnopi, ha chiesto con forza che vengano garantiti tamponi e dispositivi individuali di protezione: “Gli infermieri sono i professionisti che restano di più accanto al paziente, con turni anche di 12 ore ciascuno, che rendono molto più elevate le possibilità di contagio. Stanno pagando un prezzo altissimo”. E sottolinea: “Se non ci fossero loro i malati di Covid resterebbero abbandonati in un letto senza la possibilità di avere un contatto umano. Il loro e’ un contributo di professionalità, vicinanza e di vita”.
La voce è unanime: medici ospedalieri, di base, pediatri di libera scelta, infermieri chiedono di poter lavorare in sicurezza. “Senza strumenti – conclude Scotti – la pandemia non si affronta, e la situazione peggiorerà se e quando si allenteranno i contenimenti. Tutto ricadrà proprio sulle cure primarie, dove il contagio potrà riprendere il suo corso e creare nuovi focolai. Non siamo intenzionati a contare i nostri morti stando zitti”.
TGCOM
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