I mercati vedono la luce in fondo al tunnel del virus. Grande cautela, ma le Borse salgono

Nel frattempo, si riduce lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi. Il differenziale apre la settimana a 194 punti dai 197 punti della chiusura di venerdì scorso. Il rendimento dei titoli italiani è in calo all’1,52%. Euro in rialzo: la moneta unica scambia a 1,089 dollari con un rialzo dello 0,3%. In Asia lo yen risale sopra quota 109 a 109,1.

Dal fronte macro si registra il calo degli ordini alle fabbriche tedesche, ma è ancora riferito al mese di febbraio e quindi non intercetta il Covid-19: sono scesi dell’1,4% a febbraio su base mensile (contro il +4,8% di gennaio e rivisto al +5,5%). Il dato è comunque migliore delle attese che stimavano un calo del 2,4%. A livello tendenziale gli ordini salgono dell’1,5% rispetto al calo dello 0,8% di febbraio 2019.

Come visto, stamattina la Borsa di Tokyo ha terminato la prima seduta della settimana in forte aumento: il Nikkei mette a segno un rialzo del 4,24% a quota 18.576,30 con un guadagno di 756 punti. Sul mercato dei cambi lo yen si deprezza sul dollaro, poco sopra quota 109 e sulla moneta unica a 117,80.

Tra le materie prime si attendono importanti sviluppi sul fronte del petrolio, reduce da un rally di fine settimana scorsa (+32% nell’ottava, ma comunque -55% nel 2020). Gli investitori, almeno per il momento, scelgono un atteggiamento interlocutorio in vista delle decisioni dell’Opec+ su eventuali tagli alla produzione. Le parole del presidente americano, Donald Trump, e la conferma successiva di Vladimir Putin sulla possibilità di un’intesa la settimana scorsa avevano spinto al rialzo i prezzi del greggio.

Il meeting via conference call dei paesi Opec e degli alleati in calendario per oggi, è slittato a giovedì, secondo le fonti sentite da Cnbc per dare più tempo alle trattative. Le prospettive sarebbero comunque positive: Russia e Arabia Saudita “sono molto, molto vicine a un accordo” sui tagli della produzione, “il mercato comprende che questo accordo è importante e porterà stabilità, cosa molto importante”, ha detto Kirill Dmitriev, amministratore delegato del fondo sovrano russo Rdif. Nei giorni scorsi si è parlato di 10 milioni di barili. Secondo l’emittente, inoltre, Mosca sta lavorando attivamente con le autorità americane per fare sì che anche i produttori statunitensi prendano parte ai tagli. Nel frattempo, il Brent sale nel mattino dello 0,5% a 34,07 dollari al barile, mentre il Wti cede lo 0,8% a 28,04 dollari.

Sempre tra le commodity, il recupero delle porte asiatiche fa segnare il passo ai beni rifugio come l’oro che tratta in lieve calo e cede lo 0,7% a 1.609 dollari l’oncia.

REP.IT

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