Coronavirus, Berlino: “Pronti a fare la nostra parte”

Insomma, molto fumo e poco arrosto, per ora. Come ammesso anche dal presidente dell’eurogruppo Mario Centeno, intervistato dal quotidiano La Repubblica, a proposito del Fondo salva-stati, “gli strumenti del Mes sono legati a condizioni”, ma il Fondo “è pronto a sganciare le sue linee di credito dalla logica della crisi dei debiti sovrani”. Non avrebbe senso, osserva l’economista portoghese, “abbinare il sostegno alla crisi da pandemia a un programma di privatizzazioni o a una riforma del mercato del lavoro. Le condizioni devono essere legate al virus e nel lungo periodo i Paesi beneficiari, come gli altri, dovranno tornare in una situazione di sostenibilità dei conti. Disegnato così, chi si rivolgerà al Mes eviterà lo stigma dei mercati”. Venerdì Berlino e Parigi hanno trovato l’accordo sul piano dell’Unione europea per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Un accordo che contempla il ricorso al Mes e apre le porte a una linea di credito fino al 2% del Pil del singolo Stato, con un intervento della Banca europea per gli investimenti che garantirà fino all’80% dei prestiti a breve termine delle banche e, infine, il ricorso al fondo dell’Unione europea per la disoccupazione.

IL GIORNALE

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