“State zitti che è meglio”. Intervista a Paolo Crepet
“Ho notato che nel comitato scientifico che coordina le politiche antiepidemia, manca totalmente la figura dello psicologo o dello psichiatra”. Scorge questo vuoto e lo denuncia Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, che in una lunga chiacchierata con HuffPost squaderna l’altra emergenza, forse più nascosta, ma comunque seria, innescata dal Covid-19: “E’ evidente anche ai ciechi che la crisi oggi si sta trasformando in una crisi psicologica”.
Professore, si tratta di una sottovalutazione da parte del Governo?
Un errore marchiano. Mi sembra una valutazione sbagliata. Anche perché se ci fosse uno studioso di formazione psicologica o psichiatrica, nessuno se ne sarebbe accorto.
La quarantena si è trasformata in un’ottantena. Gli italiani non vedono la luce, non sanno quando, come e perché riprenderanno la routine di un mese e mezzo fa. Quanto pesa sulla psiche dei cittadini?
Mi pare evidente che ci siano segnali di insofferenza da parte della popolazione. Quando telefono a persone, che più o meno conosco, il rumore di sottofondo rimanda a urla di bambini, strepiti. Genitori contro figli. Figli contro genitori. Questo è il clima delle famiglie italiane.
Su queste colonne Massimo Cacciari ha sentenziato: “La casa è un inferno”.
Verissimo. Ma sa perché è così?
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