Mes e eurobond, all’Eurogruppo niente intesa. La Francia contro l’Olanda: non può bloccare l’Europa

Ma Italia, Spagna, Francia e vari altri dei Paesi più in difficoltà hanno considerato insufficienti questi importi e contestato anche le condizioni e le scadenze dei rimborsi. In più hanno appoggiato una proposta del ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, di darsi «2-3 mesi per definire i dettagli di funzionamento» di un Fondo europeo per «una strategia di rilancio fondata sugli investimenti», tipo Piano Marshall, che dovrebbe essere finanziato con debito comune attraverso l’emissione di Recovery bond a 15/20 anni. Il Consiglio dei 27

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Bce: servono 1.500 miliardi

Anche la Banca centrale europea, presieduta dalla francese Christine Lagarde, che in base alla sua autonomia ha già attivato maxi immissioni di liquidità da centinaia di miliardi, secondo varie fonti ha allertato i ministri dell’Eurogruppo sulla necessità di 1.500 miliardi per sostenere la zona euro davanti all’emergenza coronavirus.

La posizione dell’Italia e il no al Mes

Centeno ha mediato un compromesso chiedendo «un impegno chiaro a favore di un piano di ripresa coordinato e consistente» perché il ricorso a Mes, Bei e Sure «non può essere separato dall’azione per la ripresa, non sono tempi per politiche abituali, dobbiamo mostrare ai cittadini che l’Europa li protegge».
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha escluso con determinazione compromessi al ribasso. Ma il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz ha accettato solo i prestiti dei tre strumenti esistenti perché «si tratta, concretamente ed esclusivamente, di fornire aiuto là dove serve», aprendo alla concessione di «condizioni minime» (senza l’austerità imposta in passato alla Grecia). L’Europa

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La durezza di Germania e Olanda

A Berlino considererebbero piani Ue per la crescita, eventualmente, dopo l’emergenza coronavirus. Il ministro olandese Wopke Hoekstra ha chiarito che il suo governo «non vuole gli eurobond», è «favorevole al Mes», ma «ci devono sempre essere delle condizioni». I prestiti del Fondo salva Stati sono limitati entro il 2% del Pil (circa 36 miliardi per l’Italia) e andrebbero restituiti in 5/10 anni rispettando parametri di finanza pubblica. Paesi del Sud hanno invece bisogno di importi ben più alti a 30/50 anni e senza restrizioni. Per i prestiti di Bei e Sure, da finanziare con eurobond, i 27 governi dovrebbero impegnare circa 50 miliardi in garanzie. L’Italia, per ottenere fino a 150 miliardi, dovrebbe poter superate di molto queste limitazioni. La scheda

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La rabbia della Francia: Olanda non può bloccare tutto

La posizione olandese non è andata giù alla Francia, che considera l’intesa in seno all’Eurogruppo «bloccato dalla sola Olanda». Secondo fonti dell’Eliseo, la posizione olandese è «controproducente, incomprensibile e non può durare». Le condizioni olandesi, che coincidono con «riforme macroeconomiche» e il «ritorno all’equilibrio finanziario», vanno al di là della gestione della crisi – aggiungono le fonti della presidenza francese – mentre noi vogliamo attenerci a questo. È il punto essenziale del blocco». Dalla rassegna stampa

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L’appello finale di Francia e Germania

La maratona notturna non è stata così sufficiente per trovare un compromesso. Un segnale distensivo e incoraggiante è però poi arrivato da Francia e Germania. «Insieme a Olaf Scholz facciamo appello a tutti gli Stati Ue di essere all’altezza delle sfide eccezionali per arrivare a un accordo ambizioso», ha comunicato Le Maire.
In ogni caso l’esito dell’Eurogruppo di giovedì 9 aprile deve passare poi comunque alla trattativa finale nel massimo livello decisionale del Consiglio europeo dei 27 capi di Stato e di governo. «E’ il momento della responsabilità comune, della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise», ha aggiunto il ministro dell’Economia Gualtieri.

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