Coronavirus, 30 studi sul vaccino nel mondo. Quale ricerca è più vicina alla meta?
1. Perché il vaccino è così importante?
È
l’unica, vera soluzione a lungo termine contro la pandemia della
Covid-19. Una volta superata la fase acuta che stiamo vivendo
attualmente serviranno «armi di prevenzione necessarie per impostare il
futuro. Bisogna investire in questa direzione anche se la prospettiva di
avere risultati non è immediata», afferma Gennaro Ciliberto, direttore
scientifico dell’istituto oncologico Regina Elena, biologo molecolare e
immunologo. Il virus, anche quando la diffusione ora in corso si sarà
fermata, potrà essere sempre pronto a creare nuovi focolai e solo un vaccino potrà garantire alla popolazione l’immunità di base, vale a dire la capacità collettiva di rispondere a una nuova infezione.
2. Quanto tempo ci vorrà per averlo?
I tempi della ricerca non sono brevi. L’agenzia europea del farmaco, l’Ema, così come la «sorella» americana Fda, Food and Drug Administration, hanno autorizzato l’applicazione dello schema rapido di approvazione Prime (Priority medicines). Ma più di tanto non si potrà correre, avverte il direttore Ema con sede ad Amsterdam, l’italiano Guido Rasi: «Abbiamo già discusso con gli sviluppatori di una dozzina di potenziali vaccini contro Covid-19, ragionevolmente però non è possibile attendersi un risultato pronto al via libera prima di un anno. Sappiamo che due candidati sono entrati nella fase di sperimentazione clinica su volontari sani, potremmo avere tra qualche mese una profilassi da testare in platee più a rischio, come gli operatori sanitari».
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