Fmi: la crisi più grave dalla Grande depressione
Mercoledì 8 aprile, un report della Wto ha previsto una contrazione del commercio mondiale tra il 13 e il 32%. Al culmine della crisi finanziaria nel 2009, gli scambi mondiali si erano contratti del 12,5%.
9 aprile 2020
L’Organizzazione internazionale per il lavoro prevede «effetti devastanti» sull’occupazione: «La crisi ridurrà il numero di ore lavorate nel mondo del 6,7% nel secondo trimestre del 2020, equivalenti a 195 milioni di lavoratori a tempo pieno», si legge nel rapporto diffuso il 7 aprile. Quattro lavoratori su cinque (81%) nel mondo sono coinvolti dalla chiusura totale o parziale delle attività produttive.
Manovra globale da 8mila miliardi
«La notizia incoraggiante -afferma Georgieva – è che tutti i Governi sono entrati in azione. Gli Stati hanno già varato interventi di sostegno
dell’economia per un ammontare complessivo pari a 8mila miliardi di
dollari», ai quali vanno aggiunte le massicce misure monetarie varate
dalle banche centrali.
Gli emergenti a rischio
Come
in tutte le crisi, ricorda però il Fondo, i più esposti sono i Paesi
più poveri e vulnerabili in Africa, America Latina e gran parte
dell’Asia, sorpresi dalla pandemia con sistemi sanitari fragili,
megalopoli sovrappopolate e baraccopoli fatiscenti, «dove il
distanziamento sociale non è un’opzione».
A questo si aggiungono le pressioni esterne: negli ultimi due mesi, sottolinea Georgieva, i mercati emergenti hanno hanno sperimentato deflussi di capitale per circa 100 miliardi di dollari, «un ammontare più di tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo della crisi finanziaria globale». È la fuga dal rischio innescata dalla pandemia.
Le priorità: contenimento e sanità
L’Fmi
detta una ricetta in quattro punti per reagire alla pandemia. In primo
luogo, occorre continuare con le misure di contenimento e il sostegno
dei sistemi sanitari. E qui Georgieva è categorica: quello del «trade
off tra salvare vite umane e salvare mezzi di sussistenza», per il
direttore del Fondo, è «un falso dilemma: sconfiggere il virus e
difendere la salute delle persone è necessario per la ripresa
economica». Occorre quindi dare precedenza alla spesa sanitaria per test
e apparecchiature mediche, pagare medici e infermieri, assicurare che
ospedali e cliniche possano funzionare.
Per molti Paesi, in particolare quelli emergenti e in via di sviluppo, questo significa ridistribuire attentamente risorse pubbliche limitate. Al tempo stesso, sostiene Georgieva, occorre ridurre al minimo le interruzioni delle catene di approvvigionamento «e astenersi dall’imporre restrizioni sull’esportazione di forniture mediche e alimentari».
Sostegno a persone e imprese
Seconda priorità: proteggere le persone e le imprese
colpite, con manovre economiche «ampie, tempestive e mirate». Il mix
suggerito dal Fondo è quello visto ormai in tutti i Paesi raggiunti
dalla pandemia: «Proroga delle scadenze fiscali, sussidi salariali e
trasferimenti di denaro ai più vulnerabili; estensione delle misure a
sostegno dei disoccupati e dell’assistenza sociale; adeguare
temporaneamente le garanzie sul credito e le condizioni dei prestiti».
Ridurre lo stress sul sistema finanziario
La
crisi metterà alla prova la resilienza del sistema bancario: le
pressioni sono forti e le misure monetarie già adottate dalla banche
centrali giocheranno un ruolo fondamentale.
Programmare la ripresa
Già
durante la fase di contenimento, sottolinea il Fondo, «dobbiamo
pianificare la ripresa, con un’attenta valutazione del momento giusto
per attenuare gradualmente le restrizioni, in base a chiare prove che
l’epidemia stia scomparendo».
Sarà nella fase in cui l’attività economica inizierà a stabilizzarsi, che sarà più importante che mai intervenire con misure coordinate per sostenere la domanda. «I Paesi con maggior spazio di bilancio dovranno fare di più. Quelli con risorse limitate, avranno bisogno di più supporto», sottolinea Georgieva.
Il Fondo in campo
Georgieva ricorda poi gli sforzi annunciati dal Fondo per sostenere le economie in crisi (già 90 i Paesi che hanno chiesto aiuto), facendo leva sui mille miliardi di dollari di linee di credito di cui l’istituto dispone.
ILSOLE24ORE
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