Coronavirus, Conte teme una seconda ondata di contagi: governo pronto a estendere il lockdown fino al 3 maggio
Le pressioni degli industriali delle Regioni del Nord sul governo e il miglioramento dei dati sull’emergenza coronavirus in Italia non sono bastati a convincere il premier Conte. Per ora niente riapertura, si va verso il prolungamento del lockdown fino al 3 maggio e intanto si valuta la possibilità di poche aperture mirate nell’ambito dei codici delle attività essenziali. “Prima di tutto viene la salute dei lavoratori”, è il messaggio del governo alle parti sociali.
L’esecutivo sceglie quindi la linea della massima cautela. L’annuncio arriverà nelle prossime ore, ma i contenuti sembrano certi: saranno rinnovate con un nuovo provvedimento tutte le misure di contenimento e le limitazioni agli spostamenti per altri 20 giorni concedendo solo aperture “mirate” per qualche attività produttiva, piccole imprese legate alla filiera alimentare e sanitarie, qualche azienda meccanica, forse cartolibrerie e librerie. Non solo: con una circolare il Viminale si appresta a rafforzare i controlli per Pasqua, chiedendo alle forze di polizia una particolare attenzione per evitare che gli italiani si riversino nelle seconde case.
Al momento non siamo nelle condizioni di riaprire le attività produttive perché rischieremmo di far risalire la curva dei contagi e di vanificare i risultati ottenuti, ha spiegato il premier Conte durante la videoconferenza con Regioni, Anci e Upi sottolineando che l’apertura a fine aprile avrebbe rappresentato un incentivo al movimento dei cittadini visti i due ponti in arrivo, il 25 aprile e il 1 maggio. Due weekend, come quello di Pasqua, che giù da giorni sia il Comitato tecnico-scientifico sia il Viminale avevano indicato come a rischio “esodo” nel caso in cui si fossero concesse delle aperture. E infatti la circolare del Viminale per intensificare i controlli nelle festività pasquali verrà replicata anche per i due ponti.
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