Nuovo decreto per il contenimento del coronavirus e restrizioni fino al 4 maggio: riapriranno le librerie
di Monica Guerzoni, Fiorenza Sarzanini
ROMA Il nuovo decreto del presidente del Consiglio è atteso per oggi e conterrà qualche piccola, cauta apertura dal valore simbolico. Librerie e cartolerie potranno tirare su le saracinesche dal 14 aprile e così le aziende che fabbricano macchine agricole, quelle che essiccano o lavorano il legno e le imprese di silvicoltura e, forse, i negozi di abbigliamento per neonati. Per il resto, la data da segnare in rosso nelle agende degli italiani è il 4 maggio: quel giorno, se tutto va bene, potrebbe allentarsi la stretta anche per i milioni di cittadini costretti da settimane in casa per l’esigenza di contenere il coronavirus. Ma gli anziani e le persone più a rischio dovranno essere protette più a lungo.
Riaperture scaglionate
La giornata di Palazzo Chigi è stata scandita da un vertice via l’altro, all’insegna del confronto più ampio possibile. Dopo il Consiglio dei ministri il premier si è chiuso con i capidelegazione e ha faticato non poco per placare le tensioni, vista la posizione di Italia viva che spinge per riaccendere i motori del Paese. Poi parti sociali, sindacati e Confindustria e a seguire le Regioni e i Comuni. Riunione cruciale, in cui si è lavorato per costruire un meccanismo che consentirà ai prefetti e ai presidenti di Regione di valutare riaperture scaglionate a seconda delle curve epidemiologiche del territorio. Più volte in videoconferenza Conte ha ripetuto il pensiero che in questi giorni lo tormenta: «Non possiamo rischiare di ripartire da capo».
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