Il Pd: “Un contributo di solidarietà da chi ha redditi più alti”. Ma arriva la bocciatura di Cinquestelle e Italia Viva
Da qui la proposta del gruppo del Pd alla Camera: “Deve essere introdotto nel provvedimento che arriva ora alla Camera un contributo di solidarietà a carico dei cittadini con redditi superiori ad 80.000 euro e che inciderà sulla parte eccedente tale soglia. La somma versata, rispettando i criteri di progressività sanciti dalla nostra Costituzione, sarà deducibile e partirà da alcune centinaia di euro per le soglie più basse fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione”.
Le fasce di reddito e il contributo
Il contributo, sarebbe del 4% oltre 80.000 euro, del 5% oltre 100.000
euro, del 6% oltre 300.000 euro, del 7% oltre 500.000 euro, dell’8%
oltre un milione di euro.
In base alla tabella che accompagna il testo, del Pd, sarebbero 110 euro
l’anno per 200mila contribuenti che guadagnano sopra gli 80mila euro
(200 euro lordi, ma con la possibilità di dedurre 90 euro). Da 90.000 a
100.000 euro il contributo sarebbe di 331 euro al netto della
deducibilità; 718 euro da 100.000 a 120.000 euro e di 1408 euro da
120.000 a 150.000, aumentando mano mano che cresce il reddito.
Ma la proposta dei parlamentari pd come è stata presa dai vertici del partito? Dal Nazareno fanno sapere che il segretario Nicola Zingaretti
era a conoscenza della discussione, all’interno del gruppo Dem, sul
contributo di solidarietà, ma non che sarebbe stata formalizzata in
questi termini.
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Le reazioni
L’idea di un contributo di solidarietà non piace però agli altri partiti di maggiorana. “Non esiste”, la bocciatura lapidaria dei Cinque Stelle. “Questo è il momento di dare, non di mettere le mani nelle tasche”, dicono.
Il contributo di solidarietà “è una loro iniziativa, noi con garbo e spirito unitario abbiamo proposto ai parlamentari di tagliarsi lo stipendio, cosa che il M5s già fa senza ricevere risposta. Ora non è il momento di chiedere ulteriori sacrifici agli italiani, rimaniamo contrari a qualunque forma di patrimoniale”, chiarisce il capo politico M5s, Vito Crimi. “Le risorse – dice – le dobbiamo trovare dentro il Paese, ridiscutendo interventi non necessari come la Tav e attraverso l’Europa, con strumenti nuovi e realmente efficaci”.
E il sottosegretario grillino Stefano Buffagni: “Se i dem vogliono un prelievo, partano dai loro stipendi”.
Contraria anche Laura Castelli, viceministro M5s dell’Economia. “Siamo stati sempre contrari alla patrimoniale, una misura che spacca il Paese – sostiene – oltretutto in questo caso per recuperare un miliardo di euro: per le cifre di cui si parla, nella battaglia anti Covid19, siamo veramente a una cifra poco considerevole”.
Per il viceministro “il Coronavirus non fa distinzione di reddito, a maggior ragione non è questo il momento di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Piuttosto, chi ha di più e può farlo doni alla Protezione civile, visto che abbiamo detassato le donazioni”.
Il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, si sfoga su Twitter: “Ai nostri partner di governo in 24 ore ho sentito no alla riapertura graduale delle imprese, no all’attivazione del sostegno europeo tramite il Mes e si alla patrimoniale. Auguri Italia!”, le parole di Rosato.
“Le tasse vanno diminuite, non aumentate. Parlare di patrimoniale per chi guadagna 3.500 euro al mese è assurdo. Il Pd è sempre di più il partito delle tasse”, il commento, su Twitter, del presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone.
Ostile all’idea di un contributo di solidarietà è anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. “Il messaggio e’ chiaro: niente soldi dalla Ue? Li prendiamo dai risparmi degli italiani. Per noi la patrimoniale e’ un furto e lo impediremo con ogni mezzo”, precisa su Twitter.
“Si scrive contributo di solidarietà, si legge Coronatassa. Il Partito democratico esce allo scoperto, vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani per far fronte all’emergenza Coronavirus”, attacca la capogruppo Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini. “Il calcolo – dice – magari verrà fatto con la prossima dichiarazione dei redditi, relativa cioè al 2019, anno nel quale professionisti e partite Iva hanno fatturato e guadagnato regolarmente: tanti che oggi non lavorano dovrebbero anche pagare”.
E il senatore Maurizio Gasparri (Fi) aggiunge:I soldi li devono dare non prendere. Siamo all’usura di Stato”.
Parla di un “vecchio cavallo di battaglia del Pd, il contributo di solidarietà, ossia la patrimoniale”, Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.
Secondo il leader di Cambiamo e presidente della Liguria, Giovanni Toti, il contributo di solidarietà sarebbe in realtà “una tassa in più per i redditi medio-alti, un modo per affossare anche coloro che per ora riescono a sopravvivere”.
REP.IT
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