A New York, capitale del coronavirus, si scavano nuove fosse comuni
Nella classifica dei luoghi più tristi della terra avrebbe diritto a un posto Hart Island, isoletta di 1,6 km per 500 metri al largo del Bronx che ospita le fosse comuni di New York, dove è sepolto chi non ha amici né famigliari che ne reclamino le spoglie, o chi non può permettersi un funerale. Chi, insomma, non viene preso in carico da nessuna impresa funebre. Oggi Hart Island accoglie un numero senza precedenti di cadaveri, in bare chiare tutte uguali: sono i morti di Coronavirus e arrivano a 25 al giorno. E decine di detenuti della vicina prigione di Rikers Island sono stati assunti a contratto per scavare nuove fosse, per nuove grandi sepolture comuni.
Il ritmo «normale», a Hart Island, sarebbe di una ventina di bare alla settimana; ma oggi New York è la capitale mondiale del Covid, con più contagi che in qualunque altro Paese al mondo (ne conta 159 mila confermati, circa 15 mila più dell’Italia) e l’amministrazione cittadina ha disposto che i morti non reclamati, dagli obitori, vengano portati a Hart Island più in fretta del normale.
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