Coronavirus Europa, riaperture dopo il lockdown: l’esempio di Austria e Norvegia
Dopo settimane di lockdown, la parola d’ordine ora è «riaprire», ma in modo graduale e prudente, perché una seconda ondata dei contagi sarebbe devastante. Sfidando il monito dell’Oms — «non è il momento di allentare le misure, l’Europa resta al centro della pandemia» —, alcuni Paesi hanno già deciso di allargare le maglie dei divieti. Perché se il virus continua a fare paura, spaventa anche la paralisi dell’economia. E seguendo diagrammi e curve, si cerca di fissare una data per allentare la stretta. A fare da apripista sono Repubblica Ceca, Austria, Danimarca e Norvegia. Ecco come si stanno muovendo.
La pioniera: la Repubblica Ceca
In Repubblica Ceca da giovedì la gente ha ripreso a fare acquisti in
negozi di ferramenta e biciclette, può andare a nuotare, giocare a
tennis e fare attività fisica all’aperto senza mascherina, purché
individualmente. Dopo Pasqua, altri negozi potranno aprire e, con validi
motivi. E si potrà pure espatriare, pur con l’obbligo di quarantena al
rientro. Anche gli atleti potranno tornare ad allenarsi allo stadio
Juliska di Praga per la prima volta dopo il lockdown e le restrizioni
imposte gradualmente con la dichiarazione dello stato di emergenza il 12
marzo. Dopo soltanto una settimana, il governo — fatto insolito in
Europa — ha richiesto ai suoi 10,7 milioni di persone di coprirsi il
volto con mascherine o foulard fuori casa. Gli sforzi fatti per
rispettare queste tempestive limitazioni sono ripagati ora dal calo dei
contagi (pur a fronte di un aumento dei test) e da un altrettanto
precoce allentamento delle misure.
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