Coronavirus Europa, riaperture dopo il lockdown: l’esempio di Austria e Norvegia

L’Austria «risorge» passo dopo passo

L’Austria prevede di riaprire i negozi a scaglioni, a iniziare da dopo Pasqua: dal 14 aprile piccoli negozi come ferramenta e vivai; dal primo maggio gli esercizi commerciali più grandi e i parrucchieri. Per bar e ristoranti si ipotizza una ripresa a metà maggio, mentre gli eventi restano vietati fino a luglio.
Il cancelliere Sebastian Kurz ha annunciato la «resurrezione» del Paese dopo Pasqua, ma nello stato che ospita la stazione sciistica tirolese di Ischgl, quella che ha infettato mezza Europa, la cautela è d’obbligo: le mascherine restano vincolanti nei supermercati e sui mezzi pubblici. Il governo deciderà a fine mese se estendere la chiusura delle scuole fino a metà maggio. La scorsa settimana Vienna ha somministrato il test a 1500 persone nel Paese per cercare di capire quanto fosse diffuso il virus: meno dell’1% della popolazione fuori dagli ospedali è risultata infetta.

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I Paesi che ripartiranno prima
Danimarca e Norvegia riaprono le scuole ma non gli uffici

Danimarca e Norvegia si preparano a compiere un grande passo: la riapertura di asili e scuole. Copenaghen ha annunciato che i bambini torneranno in classe da mercoledì prossimo, se i casi di coronavirus restano stabili; Oslo lo farà a partire dalla settimana successiva. In questa prima fase di allentamento delle restrizioni, i dipendenti pubblici e privati continueranno invece a lavorare da casa: in entrambi i Paesi resta in vigore lo smart working. Anche i confini resteranno chiusi.
In Danimarca, dopo le scuole è prevista la riapertura di parrucchieri e ristoranti mentre biblioteche, cinema, chiese, grandi magazzini rimarranno chiusi almeno fino al 10 maggio: fino a quella data resterà in vigore il divieto di assembramenti con più di 10 persone. Eventi e incontri pubblici sono vietati fino ad agosto. «Sarà come camminare su una corda, se stiamo fermi possiamo cadere, ma anche se avanziamo troppo in fretta — ha osservato la premier danese Mette Frederiksen —. Quindi dobbiamo fare un cauto passo alla volta».
Il Paese da 5,8 milioni di abitanti è stato uno dei primi in Europa a chiudere le frontiere il 13 marzo. In quella stessa settimana ha chiuso scuole, bar e negozi, ha vietato ritrovi con più di 10 persone e le visite negli ospedali. «Siamo riusciti a evitare gli scenari tragici visti in Paesi come l’Italia e gli Usa perché abbiamo agito subito» ha dichiarato la premier a una tv danese.

La Norvegia adotta una strategia simile a quella della Danimarca, proprio mentre la vicina Svezia si appresta a «chiudere». Sarà un’apertura «graduale e prudente», ha annunciato il governo di Oslo: dal 20 aprile i bimbi tornano alle materne e cadrà il divieto imposto sulle «cabin» (le casupole nei boschi), luogo tradizionale sacro ai norvegesi che amano trascorrervi brevi vacanze nella natura. Entro il 27, tocca a parrucchieri ed estetisti, purché rispettino le norme sanitarie. Subito dopo, riapriranno le prime classi delle elementari e i doposcuola. «La nostra ambizione è far tornare tutti i nostri ragazzi a scuola prima dell’estate» ha dichiarato la premier Erna Solberg. Il 15 giugno il via libera anche a tutti i grandi eventi sportivi e culturali. Ovviamente, ha chiarito il governo, ogni regione o municipalità potrà cambiare marcia se scoprirà la comparsa di nuovi focolai di infezione. Inoltre resteranno in vigore le norme precedenti come il distanziamento fra le persone, le restrizioni nei viaggi, la sorveglianza dei sintomi sospetti.

CORRIERE.IT


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