Coronavirus, la task force di Colao e i malumori su ruolo e poteri: «Ma allora noi cosa ci stiamo a fare?»

Le parole di Zingaretti

Del resto anche dalle parole di Nicola Zingaretti affiora una certa incertezza sul ruolo del gruppo di esperti: «È importante — scrive il segretario del Pd nel suo blog sull’Huffington Post — che la commissione Colao abbia un ruolo centrale e fattivo». Una difesa del manager bresciano, certo. Ma anche l’ammissione che il suo ruolo finora non è stato così centrale. E che potrebbe restare di secondo piano anche nei prossimi giorni, quelli decisivi.

Manca il turismo

Non è un mistero che la composizione originaria della task force dovesse essere più snella, otto componenti in tutto. E che, dicono nel Pd, sia stato proprio il premier Giuseppe Conte a volerla allargare per annacquarla un po’, per evitare che si trasformasse in un vero e proprio governo ombra. Ma ci sono anche altre contraddizioni. Tra i temi affrontati dalla commissione c’è anche la ripartenza della pubblica amministrazione, quando il ministero competente ha già emanato le direttive per la sua fase due, con gli appuntamenti da prendere in anticipo per evitare assembramenti. Mentre manca un esperto di turismo, forse il settore più colpito in assoluto.

Lo smart working

Anche per questo a metà giornata, dalla commissione filtra una delle proposte allo studio, quella sullo scaglionamento degli orari di entrate e di uscita dal lavoro, che in realtà era già uscita due giorni fa. Insieme a quella per lo smart working obbligatorio nelle sedi al di sopra di un certo numero di dipendenti, sempre con l’obiettivo di alleggerire la congestione sui mezzi pubblici. Un segnale di vitalità. E una reazione all’assedio che c’è intorno.

CORRIERE.IT

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