Coronavirus, riapertura mobilifici e aziende della moda? La decisione lunedì

di Fiorenza Sarzanini

In tutta Italia ci sono 65mila aziende che hanno già ripreso a lavorare pur senza avere alcun permesso. Imprese e negozi hanno chiesto alle prefetture di tornare in attività in deroga ai divieti, non hanno ottenuto risposta entro 30 giorni e hanno comunque riaperto. Il dato ufficiale del Viminale conferma le denunce fatte nei giorni scorsi dai sindacati e dimostra che in realtà per molti la “fase 2” dell’emergenza coronavirus è già cominciata.

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Lombardia: riprendere attività produttive (a 4 condizioni)
Istanze di deroga

Sono 105.727 le richieste presentate fino all’8 aprile. Di queste 2.296 sono state respinte e 38.534 sono in attesa di risposta. In tutto 64.897 hanno riaperto e il numero potrebbe essere anche più alto se si somma chi non ha voluto attendere il verdetto e intanto è ripartito. Ecco perché il governo già la prossima settimana potrebbe concedere un via libera ad alcune categorie che invece risultano adesso penalizzate. E perché ha deciso di affidare alla Guardia di finanza controlli e ispezioni che potrebbero concludersi anche con la sospensione della licenza. Troppo presi dalla corsa a tirare su la saracinesca molti titolari avrebbero infatti dichiarato falsamente di far parte della filiera alimentare o farmaceutica. E soprattutto non sarebbero in regola con le norme su distanziamento e dispositivi di protezione obbligatori per lavoratori e clienti.

Coronavirus, «fase 2»: le regole dopo il 3 maggio. Nei negozi di 40 metri quadri entra un cliente alla volta
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