In ordine sparso, l’errore da evitare
Questa epidemia verbale non è casuale. «In ordine sparso» descrive quello che sta accadendo, e non dovrebbe. Non è disordine: è ordine sparso. Governo, ministri, regioni, assessori, sindaci, sindacati, confederazioni, associazioni, commissioni, scienziati: ognuno ha una proposta o una ricetta per ripartire. Per ora tace, meritevolmente, la Commissione Consultiva Colao (Co.Co.Co. sarebbe un sigla perfetta, ma è già occupata). Quando, la prossima settimana, consegnerà il proprio rapporto al premier Conte, non sarei sorpreso se esordisse così: «In ordine sparso non si va da nessuna parte. Anzi, si va a sbattere».
E possiamo dirlo? Uscire di casa dopo due mesi, e finire diritti contro il muro, non sarebbe una grande idea.
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