Mes, la cautela del governo non esclude il sì al Fondo salva Stati

Nonostante qualche inquietudine, un esecutivo di unità nazionale rimane sullo sfondo come ipotesi di scuola, al momento invisibile nella realtà dei numeri parlamentari ma anche delle convergenze politiche. Basta pensare a che cosa significherebbe presentarsi in Europa con una coalizione che comprendesse un pezzo di M5S e Lega con Pd e FI, agli antipodi sul Mes e su molto altro. Diventerebbe forse meno astratto se l’Italia precipitasse nel caos, ma si tratta di uno scenario che molti lavorano per scongiurare: anche a livello continentale; e che non ci si può augurare. Conte è il primo a sapere che la sopravvivenza a Palazzo Chigi dipende molto da quanto alla fine la Commissione Uee gli alleaticoncederanno all’Italia, e meno dalle contorsioni grilline.

Il tentativo è quello di tenere ferma la pressione sulle istituzioni europee per spingerle a una strategia più solidale: obiettivo in parte già ottenuto grazie alla Bce e alla creazione di alcuni ammortizzatori sociali continentali. E, in parallelo, di svelenire in Italia la discussione sul Mes, mostrando le profonde modifiche apportate al meccanismo iniziale, a cominciare dalle condizioni del prestito di 37 miliardi circa di euro da destinare alla sanità. La decisione di creare un «Fondo per la ripresa» europeo sarebbe un ulteriore passo avanti, in grado di sdrammatizzare un ricorso al Mes ritenuto inevitabile. Ma rifiutare il salva-Stati significherebbe precludersi l’accesso a altri strumenti della Banca centrale europea, dando agli investitori che comprano il debito italiano un segnale negativo.

I contraccolpi sulla credibilità internazionale dell’Italia e i riflessi sullo spread sarebbero immediati. I segnali degli ultimi giorni riflettono questa incertezza, dopo le dichiarazioni estemporanee e i «no» al Mes arrivati dall’interno della maggioranza di governo, oltre che dall’opposizione di destra. Gli ultimi contatti con gli alleati, soprattutto con la Germania, fanno prevedere che il vertice di domani sarà interlocutorio: Conte lo ha anticipato. Ma si intravede un possibile, piccolo progresso nell’ assunzione di responsabilità europea, passando dall’ipotesi di creare il «Fondo per la ripresa» alla decisione di arrivarci. Per Palazzo Chigi, diventerebbe uno strumento di persuasione nei confronti di quanti, tra i Cinque Stelle, insistono nei veti; e un modo per indebolire la polemica antieuropea del populismo di destra.

CORRIERE.IT

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.