Conte riapre tutta l’Italia il 4 maggio “Ma occhio alla curva del contagio”

Imprese, uffici e attività commerciali dovranno invece rispettare le prescrizioni che la task force di Colao sta finendo in questi giorni di mettere nero su bianco. Le fabbriche, per esempio, dovranno rivedere la loro filiera produttiva per garantire il distanziamento. Che significa chiudere i reparti non essenziali ai fini produttivi, distribuire i lavoratori lungo turni di lavoro più brevi ma anche più estesi nell’arco della giornata. Senza escludere i sabati e le domeniche. Un modo completamente nuovo di concepire l’orario di lavoro che in qualche misura interesserà anche altre attività produttive e comunque indispensabile a risolvere l’altro problema, quello dell’affollamento dei mezzi di trasporto nelle ore di punta non più concepibile nell’era Covid. E comunque su bus, treni e metrò ci si siederà lasciando sempre libero il posto affianco, e i posti in piedi si conteranno sulle dita delle mani. Via libera poi anche al bike sharing e, forse, all’abrogazione della Ztl. E se il coronavirus fosse una grande illusione per soffocare la libertà individuale?

La sorpresa è la riapertura anche dei negozi, dove tanti esercenti sono con l’acqua alla gola. Tra questi potrebbero rialzare le saracinesche anche quelli di abbigliamento e calzature ma per tutti varranno le regole fondamentali del distanziamento, ossia si entra uno per volta e non più di un tot persone a metro quadro. L’ipotesi è di 4 clienti per 10 metri quadri. Per palestre e centri estetici se ne riparlerà più in là, mentre i parrucchieri potrebbero riaprire, ma servendo un cliente per volta e su appuntamento. Ovviamente tutto con guanti e mascherina. Ecco quanto velocemente si diffonde il virus anche se indossi i guanti: il video che vi farà aprire gli occhi

In bilico restano bar e ristoranti dove il problema è garantire il distanziamento, soprattutto in cucina. Se si accenderà per loro il semaforo verde darà però via libera anche agli stabilimenti balneari, dove il problema non è tanto mantenere le distanze in spiaggia quanto nelle aree di ristoro.

Ma l’industria balneare ha un peso di non poco conto nella nostra economia e così a Via XX Settembre si pensa di lasciare alle Regioni la possibilità di decidere dove far impiantare anche solo lettini e ombrelloni. Ovviamente a distanza di massima sicurezza. Che potrebbe passare da uno a due metri. Il tempo degli abbracci, quello è ancora lontano. Cosa si prova fisicamente quando si è infetti da coronavirus: dal contagio alla guarigione

LA STAMPA

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