Coronavirus, dai parrucchieri allo shopping: ecco le regole inderogabili per i negozi
di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini
L emisure sono molto rigide, soprattutto per quanto riguarda gli spazi e la parte relativa all’igiene dei locali. Per questo — nonostante il via libera possa arrivare già l’11 maggio — molti negozi rischiano di rimanere con le saracinesche abbassate. Abbigliamento, scarpe, biancheria per la casa. Parliamo di 115 mila punti vendita al dettaglio e 313 mila posti di lavoro, un decimo dei quali sono a rischio.
La linea del governo è «la salute al primo posto», per cui bisogna essere sicuri che la ripresa dello shopping possa avvenire in assoluta sicurezza. Il mondo del commercio ha fretta di ripartire. «I nostri negozi hanno comprato circa otto mesi fa i prodotti della stagione in corso — spiega il presidente di Federazione Moda Italia Confcommercio, Renato Borghi —. Adesso ci troviamo con della merce ancora incellofanata che dobbiamo pagare, pur non avendola ancora venduta. Abbiamo inoltre confermato gli ordini della prossima collezione autunno inverno, per cui chiediamo di essere tra le prime attività a riaprire».
Rimane il nodo regole: chi non le rispetta rischia la chiusura o la sospensione della licenza.
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