Il debito al 155,7% “costa” 43mila euro a ogni italiano. Il deficit cancella le clausole Iva

Disavanzo e misure europee da costruire
Si riassume così il colpo inferto dal coronavirus a un quadro di finanza pubblica che negli anni scorsi non era riuscito a far cambiare direzione al debito, nonostante la correzione «involontaria» del deficit realizzata dal governo Conte-1. E che oggi, per contrastare un crollo dell’economia che si porta via oltre 20 miliardi di entrate fiscali, può contare solo sul disavanzo e su contromisure europee tutte da costruire (e da digerire, come nel caso del Mes).

Uno sforzo straordinario
In queste condizioni, lo sforzo da mettere in campo è straordinario, perché 160 miliardi abbondanti di fabbisogno non conoscono precedenti nella storia italiana, come nessun precedente si incontra per 55 miliardi di deficit attivati in un colpo solo: la manovra Amato del 1992, per tornare ad altri periodi bui, fu di circa 45 miliardi. Il deficit, 10,4%, è esattamente quello del 1992, mentre la caduta del Pil dell’8% è un inedito per l’Italia repubblicana.

La cancellazione della clausola di salvaguardia
Nasce da questo scenario il quadro di finanza pubblica che finisce sui tavoli del Consiglio dei ministri. E che si limita a fotografare la situazione del 2020 e 2021, in attesa di tempi migliori per la definizione di un programma completo. I due anni disegnati dal Def sono un’altalena, perché al -8% del Pil di quest’anno seguirà un rimbalzo del 4,7% nel 2021 (dinamica confermata dalle previsioni diffuse da Moody’s). Il debito, in volo al 155,7% nel 2020, è atteso scendere al 152,7% nel 2021, quando il deficit si ridurrà al 5,7% dal 10,4% di quest’anno: non scenderà di più perché saranno cancellate le clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento Iva da 20,1 miliardi dal prossimo primo gennaio: l’addio a questo cappio, secondo le ipotesi formulate nelle ultime riunioni, potrebbe arrivare già nel prossimo decreto, se l’idea otterrà un’interpretazione flessibile della «necessità e urgenza» che motivano le norme dei decreti legge.

24 aprile 2020

Ricapitalizzazione a patrimoni separati
Sono ancora una volta i numeri, comunque, a dettagliare l’elenco delle priorità della maximanovra in arrivo. In termini di fabbisogno, a dominare il campo sarà la ricapitalizzazione a patrimoni separati di Cdp, che nell’ultimo impianto del provvedimento sale a 50 miliardi, seguita dai 30 miliardi necessari a coprire le garanzie del decreto liquidità. Confermata anche la replica dello sblocca-debiti della Pubblica amministrazione, che si potrebbe però fermare a 12 miliardi invece dei 15 annunciati concentrandosi sugli enti locali.

La cassa integrazione
Ad alimentare il deficit sarà invece prima di tutto la Cassa integrazione: la proroga dell’ammortizzatore reso quasi universale dal decreto Marzo dovrebbe costare 13 miliardi, e sarà affiancata da 7 miliardi per concedere per due mesi l’indennità rafforzata a 800 euro ad autonomi e professionisti. Al rafforzamento della Naspi serviranno 1,3 miliardi, che estenderanno il sussidio anche a colf e badanti: in un elenco della spesa che riduce però ai minimi termini il reddito di emergenza voluto dai Cinque Stelle (1-1,5 miliardi invece dei 3 annunciati dalla ministra del Lavoro Catalfo) e il pacchetto famiglia (500 milioni) caro a Italia Viva. E proprio da qui ripartirà il confronto nella maggioranza.

PER APPROFONDIRE:
Def: Pil -8%, deficit -10,4%, debito 155,7%
Stato e Comuni chiusi per virus. Bloccati pareri, licenze, progetti

ILSOLE24ORE

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