Decalogo per le visite ai parenti: “Evitate abbracci, cene e feste”
«Credo che sia inevitabile che le persone vadano a trovare i familiari, dopo quasi due mesi di lockdown. Mi sento però di invitare alla cautela soprattutto nei confronti degli anziani e delle persone con patologie», spiega Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università Statale di Milano. I «nonni», come li chiama l’esperto, vanno tutelati a tutti costi, «soprattutto dopo quanto successo nelle Rsa». Per il resto, chiarisce l’epidemiologo, «gli incontri tra persone giovani o di mezza età e in buona salute non devono porre particolari problemi, salvo che si dovranno evitare i contatti fisici: niente strette di mano né abbracci, questo vale per tutti e sarà un cambiamento totale». Il consiglio, se si va a trovare un familiare anziano, è dunque quello di farlo indossando i dispositivi di protezione, e cioè mascherine (il cui prezzo sarà calmierato dallo Stato, ha detto Conte) e guanti, e mantenendo in ogni caso la distanza di sicurezza. C’è poi il tema degli incontri tra nonni e nipoti, difficilmente evitabili per quelle famiglie in cui i genitori dovranno riprendere a lavorare e, con le scuole chiuse, non sapranno a chi lasciare i figli. «Questo è uno dei motivi per cui ritengo che le scuole andrebbero riaperte», dice ancora il professore, che comunque ricorda che «c’è nonno e nonno: i rischi per un 70enne sano non sono gli stessi di quelli che corre un 80enne con patologie cardiache o respiratorie». Assodato questo, la pericolosità dei più piccoli resta ancora un punto interrogativo per la scienza: «In linea teorica – ricorda La Vecchia – sappiamo che i contagiati asintomatici, come lo sono gran parte dei bambini e dei giovani, possono infettare gli altri. Ma non sappiamo ancora quanto siano pericolosi in termini di carica virale». Insomma, chi fa parte delle categorie più a rischio sarà invitato a qualche sacrificio anche dopo il 4 maggio: la scelta migliore è quella di rimandare il momento delle visite. Questo messaggio, spiega ancora l’epidemiologo, è importante che sia recepito proprio dagli anziani, che spesso vivono soli e legittimamente fremono per rivedere figli e nipoti. Tutti gli altri, più giovani e in buone condizioni di salute, potranno invece permettersi un po’ più di flessibilità. Resta comunque valida anche per loro, e a tempo indeterminato, la raccomandazione a evitare aggregazioni: niente cene di gruppo, riunioni di famiglia o feste in casa. Su questo La Vecchia confida nel buonsenso degli italiani: «Siamo tutti talmente spaventati, soprattutto in Lombardia, che mi aspetto cautela da tutti, anche dai giovani».
IL GIORNALE
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