“‘Modulari’ e ‘convertibili’: così saranno le aziende di successo dopo la crisi”
Chi sarà più pronto, secondo lei?
In credo che la nostra classica azienda manifatturiera della meccanica,
una volta che ci sarà una ripartenza europea, potrà esprimere il suo
valore e mettersi in moto. Ma anche le aziende dell’Ict, con le reti che
hanno dato ottima prova di tenuta, saranno protagoniste: chi offre
servizi, soluzioni, sicurezza, chi lavora sulle infrastrutture di rete.
Anche nella Pubblica amministrazione, l’Ict sarà un driver fondamentale.
Che
ruolo avrà lo Stato nel prossimo sistema economico? C’è chi rinomina
l’Iri, chi vuole che sia più discreto possibile per lasciar fare ai
privati…
La presenza pubblica non può esser negativa a priori, ma deve essere
intelligente. Se interviene a supporto delle imprese, o anche nel fare
impresa in prima persona – anche in considerazione delle risorse di cui
può disporre – allora ben venga. E’ importante saper distinguere una
impresa che non funziona e non tenerla in vita ‘per forza’. Ma uno Stato
che possa fare impresa in modo intelligente, che ha uomini e strumenti
giusti, ci può essere.
Ci prepariamo a ripartire, col dubbio che nel prossimo autunno il problema si ripresenti. Come si devono preparare le aziende?
Il primo problema è prepararci dal punto di vista medico/sanitario:
servirebbero strutture modulari, che possano esser dedicate a questi
casi di emergenza. In questi anni sono diminuiti gli investimenti nel
Sistema sanitario nazionale, ma i disinvestimenti non sono stati fatti
nel modo giusto. Essere “convertibili” è il tema centrale anche per le
imprese, soprattutto quelle che hanno forti maestranze. Sapere
trasformare parte della produzione in tipologie che possono subire forti
richieste in un determinato momento – pensiamo ai respiratori o le
macchine per la terapia intensiva di questi giorni – sarebbe una chiave
di successo. In generale, servirebbe un costante interesse sulla ricerca
e sviluppo: sviluppare luoghi virtuali dove le “migliori menti”
internazionali si possano unire per pensare le strategie per l’industria
del futuro.
Abbiamo esempi di imprenditori che dirottano i compensi ai dipendenti, forme di solidarietà in azienda. Sarà una lezione in grado di sopravvivere all’emergenza?
Succede nelle grandi aziende, ma ho anche tanti esempi di Pmi che stanno facendo le polizze sanitarie ai loro dipendenti. L’importanza dei lavoratori è centrale. Non tutti saranno Olivetti, non tutti visionari e anticipatori dei tempi. Ma se tratti bene i tuoi dipendenti, avrai qualcosa in ritorno. Sono temi sui quali spingerei molto, anche con strumenti nuovi. Perché non immaginare un simil-Tfr, una forma di accantonamento a livello individuale per evenienze del genere?
REP.IT
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