Coronavirus, banche centrali in campo contro la crisi

Una risposta degli analisti ieri era in un nome astruso, il Remdesivir, farmaco efficace contro il virus dell’Ebola e ora sperimentato con qualche successo per combattere il Covid. Eppure pochi coltivano la speranza di avere un vaccino in tempi rapidi, almeno prima dei nuovi freddi nell’emisfero Nord del pianeta. A sostenere le Borse occidentali è l’azione delle due grandi banche centrali del pianeta, a Washington e Francoforte. La Federal Reserve ieri sera ha confermato i tassi a zero o quasi, e spiegato ai mercati che «userà tutti gli strumenti» per affrontare la crisi. Una frase che rimanda a quel «whatever it takes» che nel 2012 permise a Mario Draghi di salvare l’euro. Quei 12 milioni di italiani lasciati indietro, ecco chi sono gli invisibili che hanno sofferto di più il coronavirus

La Banca centrale europea parlerà oggi. Ieri il Consiglio dei 19 governatori dell’area euro è stato riunito fino a tardi per decidere il da farsi. Due grandi banche – Goldman Sachs e Barclays – stimano un aumento del piano di acquisto titoli fra i 500 e i 750 miliardi di euro, più o meno l’ammontare di titoli aggiuntivi che verrà emesso dalla somma dei Paesi dell’area di qui alla fine dell’anno. Ieri non era però chiaro se la decisione sarebbe stata annunciata oggi. Con la garanzia dell’anonimato un banchiere spiega: «Non è detto accada. L’importante è che venga indicata la direzione». Gli ottimisti sostengono che l’attesa è troppo forte per essere tradita, e dunque credono in un annuncio, foss’anche quello di una nuova asta di liquidità a tassi agevolati. Coronavirus ‘fase 2’, Conte: “Sostegno a imprese e autonomi. Bonus 600 euro con rinnovo automatico”

Di qui alla fine dell’anno Francoforte ha annunciato più di mille miliardi di massa monetaria aggiuntiva, a Washington sono al doppio. Nel frattempo la Bce ha fatto cose impensabili fino a poche settimane fa, a partire dalla decisione di accettare come garanzia per i prestiti alle banche persino titoli pubblici e privati al livello “spazzatura”. L’arma finale dovrebbe essere il via libera all’acquisto diretto dei titoli più rischiosi anche sul mercato secondario. Per i Btp italiani – un passo dalla soglia “junk” per due agenzie di rating su tre – è l’unica strada prima di restare senza compratori.

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Carlo Cottarelli

Per la Bundesbank, da sempre contraria a forme di finanziamento monetario dell’economia, si è rotto un tabù. Il Covid ha cambiato il mondo, spingendo la Bce sul terreno interventista della cugina americana. Nelle stanze delle istituzioni comunitarie si respira l’aria di un grande scambio: da un lato il massimo possibile attraverso la Bce, dall’altra una maggiore cautela ai tavoli della politica di Bruxelles, dove il 6 maggio si dovrà decidere se introdurre il primo abbozzo di debito comune europeo attraverso i cosiddetti recovery bond. Coronavirus, Angela Merkel: ”Germania disposta a pagare contributi più alti alla Ue per uscire dalla crisi”

La Costituzione tedesca pone limiti insuperabili: di qui la scelta della Merkel e del suo governatore Jens Weidmann di cedere dove è possibile, attraverso l’azione di Francoforte. Il risultato è più efficace e il prezzo politico da pagare più basso: i soldi creati dal nulla si notano meno dei debiti condivisi. Alternative non ce ne sono, e lo dice per prima la Banca d’Italia: prima di tornare a far scendere il debito occorre sostenere a lungo l’economia. Twitter @alexbarbera L’economia in quark – Troppo debito pubblico? Stavolta la Bce che ci metterà al riparo

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