Il rischio di arrendersi, per amore di scartoffia
Il Ponte Morandi è stato ricostruito in diciannove mesi, in deroga agli infernali ingranaggi del Codice degli appalti, perché si è pensato che per Genova, la Liguria e l’intero nord-ovest, restare senza ponte era il male maggiore. Se fra qualche mese saltasse fuori una tangente o un rialzo maramaldo dei prezzi sarebbe un guaio – e si sanzionerebbero i responsabili – ma sarebbe un guaio peggiore per l’economia, e cioè per il benessere di tutti, se il ponte fosse ancora a mezza strada.
Per rialzare l’Italia dopo il collasso provocato dal coronavirus, la prima decisione deve essere l’allentamento drastico delle sovrabbondanti misure profilattiche antimafia e anticorruzione: il reato si punisce, non si previene. Il mercato corre molto più veloce di noi, ha detto Angelo Borrelli, capo della Protezione civile: le strutture centralizzate degli acquisti sono troppo macchinose, ha aggiunto. Forse aiutano a evitarci qualche mascalzonata e qualche processo, ma ci impediscono di intervenire e di distribuire denari (pensate ai prestiti delle banche alle aziende) con la tempestività vitale in un Paese che nel primo semestre perderà il quindici per cento del Pil.
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