Solo il M5S applaude convinto Conte. Senza buvette le trattative si fanno sotto le mascherine
Sono le 9,45 e Giuseppe Conte sta per arrivare.
Montecitorio, Transatlantico: è cambiato tutto pure qui. Le vecchie tecniche non servono più: avvicinarti, ascoltare, blandire; e poi prenderne uno sottobraccio, portartelo alla buvette, il caffè era una ciofeca ma quello, intanto, confidava segreti, tradiva, Giuda si sarebbe scandalizzato.
E ora, invece: ogni deputato con la mascherina, e certi pure con i guanti. Solo un banchetto con acqua minerale e bicchieri di carta. Dispenser di disinfettanti. Nuovi megaschermi. Dove, intanto, è comparso il presidente Roberto Fico che cerca di placare alcuni parlamentari leghisti. Urlano che non è giusto: loro a volto coperto, e Conte no. In realtà sono nervosi per altro. In molti hanno trascorso la notte nell’emiciclo. Ma poi sono venuti a sapere che al Senato, nell’altra occupazione, Matteo Salvini s’è tolto la sua lugubre mascherina nera (scelta curiosa: perché proprio nera?) e se ne è andato a dormire. «È facile protestare con il sonno degli altri».
Colore.
Qui, per capirci sul serio qualcosa, bisogna cambiare schema.
Imparare
velocemente a interpretare occhiate, mezze frasi ovattate, spedire
Whatshapp. Dio benedica l’inventore dei Whatsapp. «Lascia stare
l’informativa del premier. Il tema è un altro». Fonte grillina. Giuda ci
nasci.
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