Passaggi delicati
di Beppe Severgnini
Neppure gli «affetti stabili» di Giuseppe Conte potrebbero affermare che il presidente del Consiglio è stato chiaro, quando ha annunciato le decisioni circa la «fase 2» della risposta alla pandemia. Deve averlo capito anche l’interessato, tant’è vero che ieri, alla Camera, ha detto di comprendere il «vivace dibattito critico sulla modalità con cui queste decisioni sono state comunicate».
Capiamo la complessità della questione e la delicatezza del momento, apprezziamo l’impegno profuso in questi mesi. Ma un capo di governo dovrebbe prepararsi meglio, prima di parlare alla nazione. Cosa dire e come dirlo. L’improvvisazione non aiuta la chiarezza. Domenica sera, davanti al televisore, c’era un’Italia confusa.
La dimostrazione? La necessità di continue spiegazioni e precisazioni, negli ultimi quattro giorni. La necessità del premier di giustificarsi (ieri, in Parlamento): «Il governo non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata». L’improvviso aumento della litigiosità di molte categorie, dovuta anche all’incomprensione. Se vogliamo, anche il numero di parodie sul web. Un segno che la nazione non ha perso la capacità di sorridere, ma la prova che moltissimi avevano capito poco.
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