La pandemia aggrava la condizione femminile: Il 72% dei lavoratori che rientrano il 4 maggio sono uomini
di STEFANIA DI LELLIS
Il gap del tasso di occupazione tra uomini e donne
nella fascia di età usualmente considerata dalla statistica, quella tra i
15 e i 64 anni, è di quasi 18 punti. Eppure le donne hanno un grado di
istruzione maggiore, e sono presenti in molte professioni qualificate.
“Nel nostro Paese – si legge in un appello lanciato oggi dalle donne
scienziate – le donne rappresentano il 56% dei medici iscritti all’albo e
sono quasi il doppio degli uomini tra i medici con meno di 40 anni. Il
77% degli infermieri è donna”.
Rep
Le domande sull’infanzia: chi pensa ai bambini e alle famiglie? Rispondono Chiara Saraceno, Emmanuele Pavolini e Alessandro Rosina
a cura di STEFANIA DI LELLIS
Secondo l’analisi Censis
in Italia ci sono più laureate che laureati (sono 4.277.599, pari al
56% degli oltre 7,6 milioni di laureati), un dato in aumento negli
ultimi cinque anni. Le donne sono la maggioranza anche negli studi
post-laurea, con ben il 59,3% degli iscritti a dottorati di ricerca,
corsi di specializzazione o master. Così pure nei risultati il genere
femminile risulta più brillante: alle scuole secondarie di primo grado
il 5,5% delle ragazze si licenzia con 10 e lode contro il 2,5% dei
ragazzi. Il voto medio di maturità è 79/100 per le ragazze, mentre per i
ragazzi è di 76/100. All’università il 55,5% delle studentesse si
laurea in corso. Il 24,9% delle femmine si laurea con 110 e lode, contro
il 19,6% degli uomini. E il voto medio conseguito alla laurea è pari a
103,7 per le donne e a 101,9 per i maschi.
Rep
Il piano salvafamiglie: “Già da inizio maggio i centri per i bambini”
di MARIA NOVELLA DE LUCA
Ma tutta questa preparazione a quanto pare serve a poco. La scarsità di
servizi per l’infanzia soprattutto nel Centro Sud costringe le mamme,
molto più dei papà, a rinunciare al lavoro dopo il primo o il secondo
figlio. Tra le donne tra i 25 e i 49 anni con figli minorenni, più di 4
su 10 non hanno un lavoro, mentre più del 40% delle madri con almeno un
figlio preferisce il part-time pur di continuare a mantenere
un’occupazione. Secondo una ricerca di Manageritalia basata su dati
Istat e Isfol, il 27% delle donne lascia il lavoro dopo la nascita del
primo figlio, per cui se prima della gravidanza lavorano 59 donne su 100
dopo il parto ne continuano a lavorare solo43 con un tasso di abbandono pari al 27,1%.
Rep
Elly Schlein: “Nella Fase 2 privilegiamo i bambini, centri estivi aperti con triage all’ingresso”
di LAURA MARI
Una situazione che non può che peggiorare con la pandemia. Il bonus baby sitter
è ritenuto insufficiente dalla gran parte delle famiglie. La scuola a
distanza non solo privilegia gli studenti dotati di una buona
connessione e di un buon computer, ma quelli che dispongono di genitori,
il più spesso di madri, che li sappiano usare. Il rischio di contagio
ha privato moltissime famiglie dell’aiuto delle lavoratrici domestiche:
in aprile si è registrata un’impennata del 30% dei licenziamenti. Da un
lato molte donne sono rimaste senza lavoro, dall’altro su molte
famiglie, soprattutto su molte donne, è ricaduto tutto il peso del
lavoro domestico.
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Bonus 600 euro per 2,5 milioni. Ma in 500 mila aspettano
di VALENTINA CONTE
La convivenza forzata per le misure di contenimento della pandemia
potrebbe certo indurre a una maggiore condivisione dei compiti, però
l’Italia finora non ha brillato sotto questo profilo: dall’ultima
indagine Istat sulla vita quotidiana emerge che le donne in età 25-44
anni, in coppia con figli, che sono occupate come il loro partner,
dedicano mediamente ogni giorno al lavoro familiare il 21,6% del proprio
tempo, (di cui il 12,8% per il lavoro domestico). Gli uomini invece
dedicano rispettivamente 9,5% e 4,1% del proprio tempo a queste
attività.
Rep
Coronavirus, le famiglie non pagano più le rette dei nidi e delle scuole private.. “Lo Stato aiuti anche noi”
di ILARIA VENTURI
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