Sì, la scienza ci salverà (forse). Ma non è più dio
di MICHELE BRAMBILLA
La scienza (forse) ci salverà dal Coronavirus ma dubito che potrà conservare quell’aura di indefettibilità che le aveva profetizzato Emanuele Severino, il grande filosofo recentemente scomparso. Severino diceva che l’uomo contemporaneo avrebbe sempre più abbandonato la fede in un Dio trascendente per riporla nel dio immanente della Scienza e della Tecnica. E così in effetti è stato e in gran parte tuttora è: alla tecnologia abbiamo affidato ogni nostra aspettativa, perfino quella di una speranza di immortalità.
Questo imprevisto virus che ha messo il mondo sotto scacco cambia però un po’ le cose. Sono infatti mesi che gli scienziati, in particolare i virologi, riempiono giornali e tv per spiegarci che cos’è questo virus: ma anche e soprattutto per riconoscere una loro incapacità di venirne a capo. Qualcuno di essi pontifica pure con una certa saccenza: ma francamente non ricordiamo, fino a metà febbraio, manifesti di allarme firmati dai virologi per avvertirci del disastro prossimo venturo. L’Oms, ancora a gennaio avanzato, assicurava che non c’è contagio fra gli esseri umani.
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