Verso un 2020 in profondo rosso

L’Italia in questo contesto risulterebbe il Paese colpito dalla peggiore recessione assieme alla Grecia, vedendo confermate le previsioni iniziali che indicavano Roma e Atene fanalini di coda. Meno 9,5% la previsione per l’Italia, meno 9,7% per la Grecia, che rischia di subire contraccolpi durissimi dal sostanziale blocco del settore turistico.

Logico aspettarsi, invece, un calo più contenuto per la Germania, che ha messo in campo un pacchetto di misure poderoso per tenere a galla l’economia. Il -6,5% fa indubbiamente male ma, spiega la Commissione,  l’attività economica dovrebbe “riprendersi nella seconda metà dell’anno. Le misure fiscali rapide e considerevoli” adottate dal governo dovrebbero contribuire a evitare una recessione più profonda”: Berlino farà un deficit di almeno il 7%, quattro punti in meno dell’Italia, che con l’11% di rapporto deficit/Pil e il 9,5% di decrescita subirà un balzo dell’indebitamento pubblico oltre il 153% del Pil.

La pubblicazione dei dati da parte dell’Unione rende difficile capire perchè la politica comunitaria non acceleri sul Recovery Fund, unica garanzia per una ripresa multilaterale dalla crisi in corso, e segua invece la linea di rinviarne l’entrata in vigore al 2021. Di fronte a ogni stima c’è sempre la consapevolezza che essa pecchi per ottimismo. Il condizionamento sanitario rende ogni stima soggetta all’ipotesi che le economie tornino a pieno regime dopo aver superato il lockdown e che non ci siano ricadute nel contagio. In Europa la conta dei danni inizia a essere preoccupante, ma la risposta politica vista negli Usa e in Cina latita: l’Unione si sta mettendo nelle condizioni per vedere le sue stesse stime corrette profondamente al ribasso?

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IL GIORNALE

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