Termoscanner, microgruppi e ingressi scaglionati, così riaprono nidi e centri estivi
di MARIA NOVELLA DE LUCA
Forse ai più piccoli
sembrerà di andare dal dottore piuttosto che al centro estivo, ma
pazienza, è l’estate dell’emergenza e del Covid19, la cautela è
d’obbligo. Oltre quella barriera sanitaria poi, oltre il “triage”, ci
saranno gli amici, bene prezioso dopo tanta solitudine. Il cuore del
piano che detta le linee guida agli enti locali per la riapertura, a
giugno, di nidi d’infanzia e centri estivi, da oggi all’esame del
comitato tecnico scientifico, è questo: prima di entrare nell’area di
contatto con gli altri, a tutti, bambini e operatori verrà misura la
febbre e sarà obbligatorio lavarsi le mani in fontanelle e lavandini
posti all’ingresso di cortili, oratori, spazi gioco, giardini e
ludoteche. Obbligo di certificati medici per grandi e piccoli e ai primi
sintomi di febbre, via, oltre la barriera sanitaria non si va.
Sono tre i capitoli del piano messo a punto dal tavolo formato
dall’Anci, dai ministeri della Famiglia, Istruzione, Salute e Lavoro
insieme alla Sip, società italiana di pediatria, e destinati a tutti
quei soggetti (associazioni, centri sportivi, oratori) che
organizzeranno l’estate dei bambini. 1) Regole per la riapertura e
regolamentazione di parchi e giardini pubblici per la frequentazione di
da parte di bambini di età anche inferiore a tre anni, accompagnati da
genitori. (Da ricordare che nei parchi e nei giardini è obbligatorio
l’uso di mascherine a partire dai 3 anni di età). 2) Attività
organizzate per bambini di età superiore ai tre anni in parchi e
giardini con la presenza di un educatore. 3) Riattivazione dei servizi
educativi per la fascia 0-6 e progetti di attività ludico creative per
bambini e ragazzi. Ed è su questo capitolo che è più interessante
fermarsi, visto che rappresenta la parte più attesa del piano e di fatto
comprende le regole anche per i capitoli precedenti.
Ingressi ai nidi e ai centri estivi da giugno 2020
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