A Roma, la fila silenziosa al Monte dei Pegni per vendere i ricordi: «Mesi che non lavoro, non so dove vado a finire»
«Sono due mesi che non lavoro, ero dipendente in un bar che solo pochi giorni fa ha riaperto – racconta un ragazzo sulla trentina che aspetta la madre all’ingresso -. Lei ha impegnato una catenina, un ricordo di mio padre e io non so dove vado a finire». Come lui, tante altre persone sull’orlo della disperazione: «Io sono pensionato e ho dato in pegno i ricordi della comunione di mia figlia» racconta un uomo, mentre marito e moglie mostrano le mani nude: «Non abbiamo neanche più le nostre fedi».
Un’altra signora si commuove mentre racconta di aver appena depositato i ricordi di una vita: «Sono regali del mio povero marito» poi le si spezza la voce, si scusa e ritorna a fare la fila.
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