Cgia: “Nel 2020 stop a Irpef, Ires e e Imu alle Pmi. Uno sgravio di 28,3 miliardi”

“Solo con un drastico taglio delle tasse – prosegue Mason – e una forte iniezione di liquidità a fondo perduto possiamo salvare il mondo delle piccole imprese. Altrimenti, rischiamo una crisi senza precedenti che desertificherà tantissime zone produttive e molti centri storici di piccole e grandi città. Per evitare tutto questo bisogna intervenire subito. Il tempo non è una variabile indipendente. Tanti artigiani e piccoli negozianti sono allo stremo e possono ancora risollevarsi se ottengono delle certezze. Ovvero, pagare molte meno tasse e avere a disposizione le risorse finanziarie sufficienti per affrontare questa situazione di grave difficoltà”.

Per la Cgia il modello da imitare è quello tedesco. In Germania, infatti, le misure anti Covid-19 introdotte per sostenere le piccole e medie imprese hanno raggiunto i 50 miliardi di euro. Le micro aziende fino a 10 addetti, ad esempio, hanno ricevuto nel giro di qualche giorno fino a 15 mila euro di trasferimenti diretti.

E’ pur vero che la Germania ha un debito pubblico che è la metà del nostro, ma se non aiutiamo il popolo delle partite Iva, queste ultime rischiano di saltare e con loro una buona parte dell’occupazione. Nelle aziende con meno di 20 addetti lavora, al netto dei dipendenti pubblici e dei servizi finanziari,  il 60 per cento circa degli italiani.

A fronteggiare la nuova emergenza sarà lo Stato centrale che, sicuramente, subirà un forte aumento del debito pubblico, anche se, a seguito delle misure messe in campo dalla Bce e di quelle che saranno introdotte nei prossimi mesi dall’Ue, il deficit rimarrà comunque solvibile.

TGCOM

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