I presidi alla ministra Azzolina: “Impossibile così l’esame di Terza media”
I presidi contropropongono – di fronte a “uno sforzo organizzativo oggettivamente spropositato rispetto all’attività da compiersi e senza nessuna garanzia di effettiva fattibilità” – di lasciare all’autonomia delle istituzioni scolastiche la calendarizzazione delle operazioni d’esame, prevedendo che queste si concludano entro il termine, “realistico”, del 30 giugno. Segnala, ancora, l’Associazione nazionale presidi “la grande aleatorietà della valutazione finale, con possibilità di esplosione del contenzioso, dato che i genitori sono (giustamente) molto attenti al voto di diploma”.
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di CORRADO ZUNINO
Complicato appare poi, di fronte a promozioni di alunni con insufficienze direttamente a cicli successivi (dalla quinta primaria alla prima media e dalla Terza media alla prima superiore), dettagliare un piano di apprendimento individualizzato che successivamente dovranno gestire nuovi docent: “Questa disposizione può creare molta confusione, data la diversa provenienza degli alunni – anche da scuole diverse – e la conseguente diversa calibratura dei piani di apprendimento”. E’ sempre l’Associazione presidi che parla e poi propone: “Servirebbe un test di inizio anno – come già accade con le matricole universitarie – realizzato nell’istituto dove si inizia il nuovo percorso”. Le direttive ministeriali fin qui emesse regalano, ancora, un ingorgo di valutazioni sullo studente: “Nel fascicolo di un alunno di classe terza della scuola secondaria di primo grado potranno esservi fino a ben quattro documenti finali distinti: 1) il documento di valutazione; 2) la certificazione delle competenze; 3) il piano degli apprendimenti individualizzato; 4) il piano di integrazione degli apprendimenti.
L’associazione dei collaboratori dei dirigenti scolastici (Ancodis) arriva alle stesse conclusioni: “I tempi di svolgimento dell’esame di Terza media sono fuori da ogni logica, occorre estendere le procedure della prova fino al 30 giugno lasciando all’autonomia scolastica le modalità organizzative e gestionali, comprese quelle di prevedere per gli alunni con dispositivi o connessione inadeguata la possibilità di uno spazio fisico a scuola nel più rigoroso rispetto di tutte le norme di sicurezza”.
Infine, la questione voti, la cosiddetta decimologia. Sottolinea il problema la responsabile scuola del Pd, Camilla Sgambato, aprendo un altro fronte dello scontro tra il Partito democratico e la Azzolina. “La gravissima situazione che stiamo vivendo impone di rivedere la questione della valutazione, per il primo ciclo o almeno per la scuola primaria. La Didattica a distanza ha mostrato forti criticità e non è riuscita a raggiungere la totalità degli studenti allo stesso modo. Oggi più che mai la valutazione ha bisogno di recuperare tutto il suo significato di dar valore a ciò che gli studenti hanno vissuto in questi mesi da incubo. Bisogna sospendere la valutazione con voto in decimi, almeno per la scuola primaria, perché corre il rischio di accentuare le diseguaglianze sociali, economiche, di condizioni abitative e culturali delle famiglie”.
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