Il Covid dei poveri e degli eroi a New York
(articolo di Gianni Riotta)
Il postino Angel lavora per la grande compagnia di spedizioni FedEx, per capirci quella sul cui aereo di consegne viaggia l’attore Tom Hanks nel film Cast Away, prima di precipitare sull’isola deserta, naufrago come Robinson Crusoe. FedEx ha 425.000 dipendenti e un fatturato di 65,450 miliardi di dollari l’anno (euro 60 miliardi, dati 2018). Se ordinate un paio di calzini su Amazon, e vi servono il giorno dopo, o volete mandare una busta da New York a Londra overnight chiamate i colleghi di Angel. Lui, tarchiato, occhiali da sole a specchio modello 1960, parte ogni giorno dall’aeroporto Stewart, sulla riva del fiume Hudson color cobalto, per lavorare. L’Hudson, inquinato a morte e risanato, è ora risalito dalle balene nell’estuario, sorvolato dall’aquila calva, nobile simbolo degli Stati Uniti d’America, mentre sui banchi erbosi passeggiano i tacchini selvatici, che il pacifico patriota Benjamin Franklin preferiva come icona del nuovo paese, bocciato perché il volatile è appetitoso ma poco marziale. I branzini arrivano finché l’acqua è salmastra, poi cedono il passo a tinche, carpe, l’ubiquo pesce gatto -che durante la Depressione seguita al crack di Borsa del 1929 nutrì generazioni di poveri- e perfino le ostriche, quasi estinte. Se New York ed ostriche evocano in voi l’idea di ristoranti a tre stelle Michelin, come il leggendario Le Cirque del grande manager italiano Sirio Maccioni, scomparso pochi giorni fa, dovete tornare indietro nella storia, perché una volta le ghiotte ostriche popolavano in stagione le spiagge di Downtown, al punto che un solo sentiero tagliava i campi di tabacco dell’isola di Manhattan, per permettere agli indiani di raccoglierle e mangiarle. Quel sentiero sghembo è l’unico, ancor adesso, a violare la rigida struttura ortogonale delle Streets e Avenues, la chiamiamo Broadway, strada dei teatri celebrata da Woody Allen nel suo film migliore, “Broadway Danny Rose”, fotografia del grande Carlo Di Palma.
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