I ristoranti della Fase 2: quattro metri quadrati per un cliente

di Monica Guerzoni

I ristoranti della Fase 2: quattro metri quadrati per un cliente

Bolzano, uno dei ristoranti che hanno aperto già lunedì 11 maggio (Lapresse)

Le tanto attese linee guida allarmano il settore della ristorazione, che conta oltre un milione e 200 mila lavoratori e moltissime piccole e micro imprese. La convivenza con il virus impone regole rigide, che porteranno a una forte riduzione dei coperti. Le associazioni di categoria hanno letto le indiscrezioni di stampa e pressano il governo, nella speranza che le raccomandazioni ufficiali siano meno severe. «Con una persona ogni quattro metri quadri i ristoranti italiani perderebbero in un sol colpo quattro milioni di posti a sedere, ovvero il 60 per cento del totale», protesta la Fipe. E la stessa preoccupazione assilla le imprese di #FareRete: «Imporre distanze eccessive tra clienti, così come procedure di sanificazione complesse e l’utilizzo di divisori in plexiglass, vuol dire non voler far riaprire i ristoranti».

Le raccomandazioni

Le raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico sono il frutto del lavoro dell’Inail e dell’Istituto superiore di sanità, il cui «Documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore della ristorazione» farà da bussola per le riaperture nel settore il 18 maggio. Le indicazioni «non potranno che essere di carattere generale», quindi saranno poi le autorità competenti e «gli enti preposti per settore» a dettare le regole da rispettare.

Le distanze

Quattro metri quadrati per ogni cliente e due metri tra un tavolo e l’altro, queste le regole auree della ripartenza. La prima norma è stabilire «un limite di capienza predeterminato». Per capire quante persone alla volta potranno entrare in un locale bisognerà dunque dividere la superficie coperta per i quattro metri quadrati destinati a ciascun cliente, «fatta salva la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie». Non si può mangiare con la mascherina e, se c’è un positivo, la possibilità di contaminare stoviglie e posate è alta. Ecco perché il Comitato tecnico-scientifico raccomanda di «privilegiare l’uso di spazi all’aperto rispetto ai locali chiusi». A Roma la sindaca Virginia Raggi ha annunciato che gli spazi all’aperto per i pubblici esercizi aumenteranno del 35 per cento e che la concessione di suolo pubblico sarà assegnata in 24 ore.

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