Di Maio contro l’ong di Silvia: “Operava senza informarci”
Il capo della Farnesina ha inoltre precisato che “l’attività nell’ambito della quale Silvia Romano operava” non era destinatario di ”alcun sostegno della cooperazione italiana”. ”Per l’espatrio e lo svolgimento all’estero da parte di cittadini italiani di attività di volontariato, così come di ogni altra attività lecita, si prevedono le norme dell’articolo 16 della Costituzione. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi salvo gli obblighi di legge”, ha concluso Di Maio.
La posizione dell’ong
Dal canto suo l’associazione ha salutato con felicità la liberazione della cooperante italiana con un eloquente post su Facebook: ”La gioia! Bentornata Silvia, tutti noi ti abbiamo aspettata, sempre”. In un’intervista rilasciata a Repubblica nei giorni scorsi la fondatrice della onlus, Lilian Sora, aveva respinto le prime accuse ricevute: ”La sicurezza a Chakama c’era: Silvia non è stata mandata da sola. Ci hanno buttato addosso tanto fango ma la protagonista ora è Silvia e risponderà lei, sono sicura. Per tramite dei volontari mi sono arrivate parole carine, da parte di Silvia”.
“Davvero i familiari hanno preso le distanze dalla onlus? – ha proseguito Sora – Dovremo assolutamente parlare, in questo anno e mezzo anche io mi sono avvicinata all’Islam. Suo papà non l’ho mai conosciuto, sono separati e io parlavo con la mamma, che non sapeva neppure dove si trovasse esattamente sua figlia in Kenya. Non avevamo i numeri l’una dell’altra, evidentemente Silvia non lo riteneva necessario… strano no? Se stavo zitta per rispettare il loro dolore dicevano che me ne infischiavo, se parlavo di Silvia mi dicevano di rispettare il silenzio per le indagini”.
Al momento le autorità sono al lavoro per ricostruire la complessa vicenda. Certo, le prime dichiarazioni rilasciate da Silvia Romano sono emblematiche: ”Mi hanno mandata allo sbaraglio”.
IL GIORNALE
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