Termometri a scelta e menu di plastica. La nuova vita sterile distante un metro
Una vita da ultima spiaggia, in cui al mare si va, ma schedati, perché il titolare dello stabilimento deve richiedere la prenotazione e conservare l’elenco delle presenze per 14 giorni. In cui ogni ombrellone deve avere dieci metri quadrati dedicati negli stabilimenti, ma poi nelle spiagge libere ci si affida alla responsabilità individuale. In cui alcuni sport si possono fare (racchettoni, nuoto, surf e kitesurf) ma altri no, come giocare a pallone o a pallavolo.
Una vita senza benessere, inteso come saune, bagni turchi e vasche idromassaggio, che saranno rinviati a una fase tre, quattro, cinque, venti. Tanto vi siete già rilassati abbastanza per due mesi sul divano. Una vita in cui fare sport diventerà atto di titanica volontà più di prima, perché ora bisognerà prenotare il posto in palestra o in piscina, bisognerà possibilmente arrivare già cambiati per ridurre al minimo le attività negli spogliatoi, si dovrà fare la doccia solo se proprio necessario (altrimenti meglio farla a casa). I grandi sudatori – ce ne sono in ogni palestra – saranno guardati con particolare sospetto ed emarginati. Pesi, tapis roulant, cyclette, panche e tutte le macchine dovranno essere igienizzate dopo l’uso. I propri vestiti andranno riposti nelle borse personali anche qualora lasciati negli armadietti.
Nella vita metrica che inizierà domani, si potrà tornare a frequentare musei, mostre e biblioteche, e comprendiamo l’esultanza della maggioranza degli italiani, che non vedevano l’ora. Ma l’accesso sarà su prenotazione, a numero chiuso, con percorsi protetti. Impara l’arte e mettiti la maschera.
IL GIORNALE
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