Evitare il coronavirus, i consigli dell’immunologo: «Il caffè meglio all’aperto. Per spostarci usiamo la bici»

Dentro, mascherina obbligatoria. E se qualcuno non la indossa? In Qatar ti danno tre anni di carcere.
«Evitiamo reazioni eccessive. L’altro giorno in fila c’era una persona con la mascherina abbassata sulla bocca. Una signora urlava: maleducato, lei attenta alla salute pubblica. È sbagliato, certo, ma manteniamo le proporzioni».

Non tutti hanno capito come si usano le mascherine.
«Ho visto gente in auto da sola con mascherina professionale FFP2 e guanti. Forse la comunicazione non è stata del tutto empatica ».

Come raggiunge il lavoro?
«Beh, io abito non lontano dal Policlinico Umberto I, ma vado in macchina».

Così intasa la città.
«Ha ragione, ma ho una Smart che inquina poco. Comunque è giusto usare la bici, talvolta lo faccio anche io».

Continuare con lo smart working o no?
«Le aziende si deresponsabilizzano lasciando le persone a casa. Ma la nuova normalità, abbiamo detto, è convivere con il virus. E quindi si può anche tornare».

E l’aria condizionata? Non è pericolosa?
«Servono impianti di nuova generazione, che abbattono la carica virale del 95 per cento. Se abbiamo riciclo all’interno ci contagiamo tutti».

Andrà dal parrucchiere?
«Me li sono tagliati da solo con la forbice. Però in una o due persone, ben distanti, non c’è problema. Facendosi lavare i capelli prima».

Shopping? Una scarpa la prova? Mette i guanti?
«Non li provo, ho una misura standard. Sui guanti sono scettico: se arrivi con le mani pulite e ti igienizzi, non c’è problema. Il rischio di contagio c’è in posti con grandi assembramenti, dove rimani a lungo. Più al supermercato. O nei cinema e al teatro».

A Frascati hanno vietato coni e coppette. Ricorda un po’ quella norma in Alabama che vietava di mettere i coni in tasca.
«Eccessivo. Piuttosto attenti agli assembramenti fuori».

Tornerà al ristorante? O continua con il delivery?
«Mi sono trovato bene con il delivery, fatto dai miei ristoranti di fiducia. Ma se dovessi uscire, andrei in un posto all’aperto. A Roma abbiamo terrazze meravigliose».

Se la invitano a una tavolata di compleanno?
«Ora meglio in coppia. Però se c’è il distanziamento e il locale giusto si può fare anche la tavolata».

Si sentirebbe al sicuro in un locale con il plexiglass?
«No, non sono fobico, sono easy. Mi aspetto spazio. Già prima non mi piaceva mangiare gomito a gomito. E poi attenti all’insonorizzazione».

Perché?
«Nei locali caotici con scarsa acustica, si tende a urlare e il rischio di contagio sale».

Mangerebbe cibo crudo? C’è chi ne ha paura.
«Non c’è nessun rischio diverso dal solito. Se ci si fida del proprio ristorante, sì. Anche perché mi piace molto».

Lei lo lascerà nome e cognome al ristoratore?
«Per me la privacy è importante. Attenti al piccolo dittatore che ci entra nelle vite».

Quindi non scaricherà la app Immuni?
«Non sono molto d’accordo sui meccanismi che tendono a comprimere la privacy».

E l’estate? Dove si va?
«Avevo programmato un viaggione in Sudafrica, ma forse quest’anno meglio restare in Italia, anche per aiutare la nostra economia».

Mare, montagna o campagna?
«Io amo il mare. E poi tra caldo, acqua e aria aperta, i rischi di contagio sono bassi. Di certo non staremo con la mascherina sotto l’ombrellone. E a poco a poco ce la dimenticheremo».

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