I diecimila comandamenti

La vita potrebbe essere semplice se non fosse maledettamente complicata, da noi. Un uomo di millenaria saggezza ingiunse di amare il prossimo come se stessi, e tanto basterebbe per separare il giusto dall’ingiusto. Colpiva di molto, due settimane fa, alla prima parziale apertura, il lamento di una donna alla pensilina dell’autobus: qui non ci controlla nessuno. L’attesa e l’avvio della fase 2 sono contraddistinti dalla disputa sulle norme e sulle sottonorme, su quanto siano stringenti, applicabili e sorvegliabili.

Abbiamo seguito il dibattito con la cura di cronisti entomologi e divertito sgomento, se un centimetro di qua o di là sia protocollabile, e quale task force debba protocollare, e quale forza di polizia sanzionare (il mio amico drammaturgo Massimiliano Perrotta, all’esordio oggi su Huffington, è invitato a trarne una pièce sull’esilarante nel tracollo delle società). E dunque questo limare in pieno giorno e notte fonda i codici profilattici, secondo la precisione millimetrica – cioè l’imprecisione massima – del Governo, delle Regioni contro il Governo, dei Comuni contro le Regioni, degli industriali contro i Comuni, dei sindacati contro gli industriali, delle associazioni di categoria, di cittadinanza, ogni sacrosanta minoranza, e ogni esuberante sensibilità via social, a dichiararsi imbecilli gli uni con gli altri, stabilisce una inappellabile imbecillità collettiva.

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