Lagarde (Bce): «Il patto di stabilità va rivisto prima che rientri in vigore»
di Federico Fubini
La voce di Christine Lagarde arriva da Francoforte, nella lingua di Voltaire, lasciando trasparire una sicurezza di sé che la francese sta via via trovando nel suo nuovo ruolo di presidente della Banca centrale europea.
Emmanuel Macron e Angela Merkel
propongono un fondo di rilancio europeo da 500 miliardi di euro. Sono
trasferimenti diretti e non dei prestiti. Che ne pensa? Questo impegno di bilancio europeo le sembra sufficiente perché la Bce non debba più sobbarcarsi da sola lo sforzo?
«
Le proposte franco-tedesche sono ambiziose, mirate e benvenute –
risponde Lagarde al Corriere e El Mundo del gruppo Rcs, con Les Echos e
Handelsblatt -. Aprono la strada a un’emissione di debito a lungo
termine effettuata dalla Commissione europea e soprattutto permettono di
attribuire aiuti diretti importanti a favore degli Stati più colpiti
dalla crisi. Ciò dimostra lo spirito di solidarietà e di responsabilità a
cui ha fatto riferimento la cancelliera la settimana scorsa. Non può
esserci un rafforzamento della solidarietà finanziaria senza un maggiore
coordinamento delle decisioni a livello europeo ».
Poco a poco, i Paesi europei escono dal lockdown. Come valuta lo choc all’economia della zona euro?
«È
notevole, senza uguali in tempo di pace. Dobbiamo farvi fronte con
determinazione per aiutare le nostre economie a rialzarsi al più presto,
in modo da evitare una crisi sociale. I nostri scenari vanno da una recessione del 5% a una del 12% nell’area euro per quest’anno, con un’ipotesi centrale dell’ 8%.
Rivedremo le proiezioni il 4 giugno, ma ci aspettiamo nello scenario
più grave una caduta del prodotto interno lordo del 15% solo per il
secondo trimestre. In realtà, è difficile valutare gli effetti della
fine del lockdown in ogni Paese, soprattutto se si contempla anche
l’ipotesi di una seconda ondata dell’epidemia in autunno. Un fattore ci
sembra probabile: se c’è una seconda ondata, le ricadute economicamente
dovrebbero essere meno gravi, perché l’esperienza darà i suoi frutti».
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