Scuola: centri estivi al via dal 15 giugno. Piccoli gruppi e ingressi scaglionati
Le regole di sicurezza da rispettare
Le
attività dovranno essere programmate garantendo la «continuità di
relazione fra gli operatori ed i piccoli gruppi di bambini ed
adolescenti, anche ai fini di consentire l’eventuale tracciamento di
potenziali casi di contagio». È prevista inoltre la «pulizia
approfondita frequente delle attrezzature e degli oggetti utilizzati per
la realizzazione delle attività» e il lavaggio frequente delle mani.
Grande attenzione a evitare la condivisione dell’utilizzo «di posate e
bicchieri da parte di più bambini nel momento del pasto».
Triage d’accoglienza
I
punti di accoglienza devono essere all’esterno o in un ingresso
separato. È inoltre necessario che gli ingressi e le uscite siano
scaglionati tra
i 5 ed i 10 minuti. Quando possibile, «saranno
opportunamente differenziati i punti di accesso da quelli di uscita, con
individuazione di percorsi obbligati». La procedura di triage prevede
lavaggio delle mani e misurazione possibile della temperatura
all’ingresso.Leggi anche
Priorità ai nuclei disagiati
Devono
in ogni caso essere previsti criteri di priorità nell’accesso ai
servizi per assicurare il sostegno ai bisogni delle famiglie con
maggiori difficoltà nella conciliazione fra cura e lavoro (per esempio
situazioni con entrambi i genitori lavoratori, nuclei familiari
monoparentali, condizioni di fragilità, ecc.)
Le mosse in anticipo dei comuni
Va
ricordato che nel decreto Rilancio è prevista la possibilità di
utilizzare il bonus baby sitter da 1.200 euro per frequentare i centri
estivi. E che è stata, tra gli altri, la ministra per la famiglia Elena
Bonetti a spingere per l’apertura dei centri estivi malgrado le
perplessità del comitato tecnico scientifico. Nelle scorse settimane,
pur in mancanza di un quadro normativo di riferimento e di un protocollo
di sicurezza validato per educatori e bambini, sono numerosi i Comuni
che si sono già mossi con loro progetti per non farsi trovare
impreparati all’appuntamento con la fine della scuola. Alcuni punti
fermi sono stati anticipati dal vicesindaco di Firenze e presidente
della commissione istruzione dell’Anci Cristina Giachi: «Le vie da
seguire – ha detto – saranno principalmente piccoli gruppi di bambini
con educatori stabili, in luoghi possibilmente aperti»
A Firenze più operatori e pasti monodose
Firenze
è tra i Comuni con progetti in stato di definizione più avanzato.
«Pensiamo di utilizzare spazi sia all’aperto che al chiuso, soprattutto
scuole con grandi giardini» ha spiegato l’assessora all’educazione Sara
Funaro, che ha aggiunto: «Ci sarà un rapporto ridotto educatori-bambini,
piccoli gruppi, per fasce omogenee di età, sempre con gli stessi
operatori». E tra le attività in cantiere, oltre a quelle tradizionali
ludiche e sportive, «si pensa anche ad attività di recupero scolastico
per chi è rimasto indietro con la didattica a distanza, oltre ad
attività di educazione ambientale». Previsti pasti monodose, oltre a
ingressi scaglionati.
A Roma task force al lavoro, con occhio a contagi
A
Roma il Campidoglio studia un piano per tenere aperte materne e asili
nido con la formula dei centri estivi, quindi con iscrizioni ad hoc. Se i
dati epidemiologici saranno favorevoli «stiamo lavorando con una task
force – ha detto nei giorni scorsi la sindaca di Roma Virginia Raggi –
per riaprire il prima possibile i giardini di scuole e nidi, e magari
dei centri sportivi, come centri estivi per accogliere i bambini e farli
risocializzare»
A Torino mobilitati esperti di sicurezza e pedagogisti
Si
muove anche Torino. «Abbiamo formato gruppi di lavoro – racconta
l’assessora all’Istruzione Antonietta Di Martino – per studiare la
fattibilità di un’edizione 2020, in cui operino esperti di sicurezza ed
esperti pedagogisti per i contenuti educativi, in modo da essere pronti
ad applicare le misure nazionali nel nostro contesto». Verranno
utilizzati gli edifici scolastici, cercando di rimodulare gli spazi
interni ed esterni in funzione della tutela della salute e sicurezza, e
«si verificherà, per specifiche attività, anche l’utilizzo di spazi
aperti esterni alla scuola in collaborazione con l’assessorato
all’ambiente».
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