Esito scontato. Ma restano i problemi
Detto questo, due osservazioni. I distinguo Pd, oltre a quelli di Italia Viva, sull’operato del ministro, ci riconsegnano una coalizione granitica nella legittima autodifesa, molto meno nel merito delle cose. Il che non è un dettaglio. In effetti, in questi mesi sono successe molte cose sulle quali Bonafede è parso navigare a svista. Lo squaglio del Csm. Una rivolta nelle carceri di cui non si ricordava la virulenza. Una successiva ’casuale’ ondata di richieste di scarcerazione di criminali e mafiosi, circa 400, che sentivano minacciata dal virus la propria salute, e per i quali l’amministrazione penitenziaria e i magistrati di sorveglianza non hanno trovato altra soluzione che il ’tutti a casa’. Riportando boss e colonnelli nel grembo di compari e picciotti. Infine, le dimissioni dei due maggiori dirigenti del ministero per questo fuggi fuggi e per un verminaio di intercettazioni. Può bastare? Salvato il governo, non c’è dubbio che da oggi bisognerà fare qualcosa di altrettanto serio: salvare la giustizia.
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