Iss: “Tracce del coronavirus rilevate sulle mascherine fino a 4 giorni dalla contaminazione”

“”Purtroppo, però, – aggiunge – non si conosce quale sia la dose minima per infettare, anche perché dipende anche dalle difese immunitarie dei singoli individui. Pertanto, bisogna stare sempre molto attenti“.

Questo spiega l’attenzione degli esperti, soprattutto nella Fase 2 in cui ci sarà una ripresa della circolazione delle persone e un grande utilizzo di dispositivi di protezione individuali. “Le mascherine lavabili – prosegue D’Ancona – vanno usate una volta sola e poi messe subito in lavatrice, senza poggiarle sui mobili. Quelle monouso vanno gettate nella raccolta indifferenziata subito dopo l’utilizzo. In entrambi i casi vanno toccate solo sugli elastici, lavandosi prima e dopo le mani. Attenzione infine a non gettarle a terra, il rischio infettivo è minimo ma l’impatto sull’ambiente è alto”.

Sanificazione o disinfezione? Le differenze – Il rapporto precisa, inoltre, la distinzione tra termini molto utilizzati, come la sanificazione, un “complesso di procedimenti e operazioni” di pulizia che comprende il ricambio d’aria in tutti gli ambienti, e la disinfezione, ovvero il trattamento per abbattere la carica microbica che va effettuato utilizzando prodotti disinfettanti autorizzati dal ministero della Salute.

C’è poi la detersione, che consiste nella rimozione dello sporco ed è un’azione necessaria prima della disinfezione, perche’ “lo sporco è ricco di microrganismi che vi si moltiplicano e sono in grado di ridurre l’attività dei disinfettanti”.

I prodotti che vantano un’azione disinfettante, ovvero in grado di uccidere patogeni, “non vanno confusi con detergenti e igienizzanti”. Per questi ultimi, infatti, non è prevista alcuna autorizzazione.

TGCOM

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