Stangata-Covid sulle vacanze: rischio aumenti fino al 20% tra spiaggia e ristorante
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«Aumenti anche per trasporti e ristorazione»
«A
parte il fatto che dal bonus è escluso chi prenota attraverso le
piattaforme online, e si tratta della maggior parte dei clienti, il
bonus – spiegano dal Codacons – è più che compensato dai rincari dell’8%
che stimiamo nelle strutture ricettive. A ciò si aggiunge un +9%
stimato nei ristoranti, + 15% del trasporto aereo e +12% di traghetti e
navi. Senza contare che sappiamo con assoluta certezza che gli
stabilimenti balneari aumenteranno i prezzi». I motivi li spiega il
presidente del Codacons Carlo Rienzi: «I posti in spiaggia dovranno
rispettare le distanze minime, gli stabilimenti potranno contare su un
minor numero di ombrelloni, sdraio e lettini da collocare in battigia,
con presenze giornaliere ridotte rispetto agli scorsi anni e conseguenti
minori guadagni».
Unione nazionale consumatori: rischio aumento prezzi del 10%
Il
timore di aumenti per le prossime vacanze è segnalato anche dall’Unione
nazionale consumatori. «Il rischio – dice il presidente Massimiliano
Dona – è che i maggiori costi di gestione legati al Covid, come le spese
di sanificazione, i mancati guadagni durante il lockdown e i minori
ricavi dovuti al distanziamento sociale, siano trasferiti sui futuri
clienti. Sarebbe un errore, considerato che anche le famiglie
attraversano un momento di difficoltà e che, quindi, andrebbero
invogliate a spendere con sconti, non certo con rialzi dei prezzi, per
quanto giustificati.
Se questo, malauguratamente, avvenisse, la spesa
media giornaliera pro capite per una vacanza trascorsa in Italia, in
esercizi ricettivi (alberghieri e extra-alberghieri), per il trimestre
luglio settembre, stimiamo possa passare da 74 ad 81 euro, con un rialzo
di 7 euro al giorno e un incremento percentuale di circa il 9,5%. La
spesa media giornaliera pro capite per una vacanza trascorsa in esercizi
alberghieri, per il trimestre luglio settembre, stimiamo possa passare
da 97 ad 107 euro, con un rialzo di 10 euro al giorno e un incremento
percentuale del 10,3%.Leggi anche
Sib Confcommercio: prezzi inalterati solo con una riduzione fiscale
Gli
aumenti sono considerati inevitabili anche dagli addetti ai lavori . «
La linea è quella di non aumentare i prezzi ma bisogna essere realisti»
dichiara Antonio Capacchione, presidente della Sib (Sindacato italiano
balneari) Confcommercio, che spiega: «Dobbiamo fare i conti da un lato
con una domanda internazionale assente e una domanda interna che si
dimezzerà nel migliore dei casi; e dall’altro con incassi in calo
verticale a causa del ridotto numero di postazioni in spiaggia e dei
maggiori costi di sanificazione e di personale. A ciò si aggiungono
costi inalterati sul fronte dei canoni demaniali, dell’Iva e delle tasse
locali. Per questo senza una riduzione fiscale gli aumenti dei prezzi
saranno inevitabili». Anche se saranno a macchia di leopardo.
«Dove ci sono spiagge profonde come sulla riviera romagnola e in veneto –
conclude Capacchione – non ci sarà una riduzione significativa delle
postazioni e le tariffe non dovrebbero aumentare. Discorso diverso in
Liguria dove i cali di fatturato si annunciano pesanti».
Federalbergi Roma: molti stanno pensando di non riaprire
Sul
fronte alberghi invece il presidente di Federalbergi Roma, Giuseppe
Roscioli, è scettico sui rincari estivi. «Se in estate le prenotazioni
cresceranno e torneranno i turisti stranieri, i prezzi potrebbero salire
– ammette -. Ma non credo che avverrà. Il mercato al momento ristagna e
i prezzi sono scesi in picchiata. Del resto i tassi di occupazione
delle camere intorno al 10-15%. E una camera in un 4 stelle a Roma costa
oggi intorno ai 12o euro rispetto ai 250 euro di un anno fa». Una
situazione critica che secondo Roscioli sta portando molti albergatori a
decidere di non riaprire e di saltare questa stagione, soprattutto in
alcune località turistiche dove l’incidenza dei turisti stranieri è
molto alta». E Roscioli non prevede un’inversione di tendenza con il
bonus vacanze. «Il tetto Isee a 40mila euro per l’utilizzo è un limite
molto stringente – conclude – e inoltre va cosiderato che il soggiorno
incide solo per un 30% sul costo totale di una vacanza. Per questi
motivi credo che il voucher sarà poco utilizzato».Leggi anche
La «tassa Covid»
Rincari comunque sono già segnalati soprattutto da parte di parrucchieri ed estetisti, che offrono un servizio al momento piuttosto richiesto dal mercato. Sempre il Codacons parla di aumenti del 25% per taglio capelli o messa in piega. Con in più quella che è stata ribattezzata la “tassa Covid”. Un surplus da due a quattro euro, con tanto di voce a parte sugli scontrini (per le spese di sanificazione e messa in sicurezza del locale) rilasciati da alcuni parrucchieri e centri estetici.
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