Il voto sul processo a Salvini: respinta la richiesta, Italia viva si è astenuta

A sorpresa Italia Viva di Matteo Renzi ha mutato posizione rispetto alle precedenti votazioni per i casi Diciotti e Gregoretti, astenendosi dal voto. Contrari al processo anche la pentastellata Riccardi e l’ex Cinque Stelle espulso dal Movimento, Mario Michele Giarrusso(«non ho intenzione di passare alla Lega, ho votato con coerenza al voto della piattaforma Rousseau» ha detto). Soddisfatto il presidente della Giunta Maurizio Gasparri: «È stata una discussione giuridica, nessuno ha sollevato il tema delle intercettazioni contro Salvini. C’è stata la sorpresa di Italia Viva ma sono è stata decisiva. Certo adesso l’esito finale che non è scontato».

Ora infatti sarà l’Aula a decidere. Non è ancora stata calendarizzata una data. Per negare l’autorizzazione a procedere non basta un voto in più della metà dei senatori presenti, ma serve la maggioranza assoluta: cioè 161 voti.

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Ore 12.40 – Open Arms: segnale preoccupante
Un «segnale preoccupante che non ci aspettavamo» è il commento della Ong spagnola Open Arms che sottolinea come esistano «diritti inalienabili che non possono essere messi in discussione, primo tra tutti quello alla vita». La decisione della Giunta, aggiunge Open Arms, «segna una battuta di arresto verso l’accertamento della verità e verso l’affermazione di un principio inderogabile, alla base della nostra Costituzione e di qualunque Convenzione internazionale, che stabilisce l’inviolabiltà della vita e della dignità delle persone, a prescindere dalla loro provenienza, dal loro sesso, dalla loro appartenenza politica o religiosa». La Ong catalana si augura che «il Senato voglia compiere una scelta diversa».

Ore 12.10 – Riccardi: mi assumo la responsabilità del voto
«Se il Movimento 5 stelle mi espellerà perché ho votato secondo quella che ritengo la giusta applicazione della legge mi assumerò le mie responsabilità. Io rispondo del mio voto» commenta la senatrice del M5S, Alessandra Riccardi, che ha votato in dissenso con il proprio gruppo parlamentare. «Ho fatto un’analisi dei documenti ed è emerso, come per il caso della nave Diciotti» che nei confronti dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, esiste «l’esimente dell’articolo 96». Ha agito «all’interno della politica del governo di contenimento dei flussi migratori».

Ore 11.57 – Salvini: «Ho fatto il mio dovere»
«No allo sbarco dei 161 immigrati dalla Ong spagnola Open Arms, la Giunta del Senato ha appena votato (13 a 7) che ho fatto solo il mio dovere, nell’interesse del popolo italiano. Grazie a loro, e grazie a Voi. Adesso la parola passa al Senato, vediamo se PD e 5Stelle insisteranno per il processo. Io non cambio idea e non mollo, mai. Per i miei figli, per i vostri figli, per l’Italia» commenta Matteo Salvini.

Ore 11.37 – Giunta dice no a processo Salvini, 13 contro e 7 a favore
La Giunta per le elezioni e le immunità del Senato si è espressa a favore della relazione del presidente Maurizio Gasparri che chiedeva di respingere la richiesta dei magistrati siciliani di rinviare a giudizio il leader della Lega, Matteo Salvini, per la vicenda della nave Open Arms. Tredici i voti a favore della relazione del presidente e sette i contrari. Nel dettaglio hanno votato contro l’autorizzazione a procedere 5 senatori della Lega, 4 di Forza Italia, un senatore di Fratelli d’Italia, l’ex esponente dei Cinque stelle ora al gruppo Misto, Mario Giarrusso, Meinhard Durnwalder delle Autonomie e la Cinque stelle dissidente Alessandra Riccardi. I 7 voti a favore del processo sono arrivati da 4 senatori M5s, 1 del Pd, 1 Leu e l’ex Cinque stelle ora al Misto, Gregorio De Falco. Non hanno invece partecipato al votoi tre senatori di Italia viva. La questione passerà ora all’esame dell’Aula del Senato

Ore 11.27-Grasso vota sìall’autorizzazione a procedere
Favorevole al via libera ai magistrato di Palermo, anche Piero Grasso (Leu). Secondo l’ex capo della procura nazionale antimafia: «Siamo di nuovo di fronte a una visione extra-costituzionale, una riproposizione del concetto per cui il fine giustificherebbe i mezzi. Lo abbiamo già detto in altre occasioni: nel nostro ordinamento non è così. Se qualunque Ministro fosse autorizzato a violare impunemente la legge con atti di natura politica senza che la magistratura possa sottoporlo a giudizio, si darebbe luogo ad un sovvertimento del nostro ordine costituzionale e si correrebbe il rischio di fornire, in futuro, una giustificazione a qualunque crimine in nome di un fine politico».

Ore 11.26 – Riccardi (M5): «Voterò in dissenso al mio gruppo»
La senatrice Cinque Stelle Alessandra Riccardi ha annunciato: «Voterò in dissenso al mio gruppo». Quindi non sarà, come la linea del Movimento, favorevole all’autorizzazione a procedere a Matteo Salvini.

Ore 10.59 – Rossomando (Pd): «Non si possono violare le leggi»
Anna Rossomando del Pd ha motivato il suo via libera ai magistrati così: «Non si possono violare le leggi e comprimere la libertà delle persone in nome di una posizione politica e usare la salute delle persone come strumento di trattativa con l’Europa per la redistribuzione dei migranti. Per altro la disponibilità alla redistribuzione era già stata dichiarata dalle autorità europee. Per questi motivi voterò contro la relazione del presidente Gasparri».

Ore 10.48 – Vota no anche Giarrusso
Voterà no all’autorizzazione a procedere anche Mario Michele Giarrusso, ex dei 5 Stelle. Giarrusso, espulso dal Movimento, ha motivato il suo parere favorevole alla relazione di Maurizio Gasparri contraria al processo con la «coerenza con quanto deciso e votato dal Movimento e sulla piattaforma Rousseau». Il suo era uno dei due voti incerto insieme a quello dell’altra ex pentastellata Alessandra Riccardi.

Ore 10.41 – Verso il no a procedere
Con la decisione dei 3 senatori di Italia viva di non partecipare al voto sulla vicenda Open Arms, la relazione con cui il presidente della Giunta per le immunità del Senato propone di respingere la domanda di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini dovrebbe essere approvata con 12 voti favorevoli e 8 contrari. Contro il processo, infatti, dovrebbero pronunciarsi i 4 senatori di Forza Italia, i 5 rappresentanti della Lega, Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, Meinhard Durnwalder delle Autonomie e anche Mario Michele Giarrusso, ex M5s ora nel Misto. Contro la relazione, invece, si dovrebbero esprimere i 5 senatori M5s, Pietro Grasso di Leu, Anna Rossomando del Pd e Gregorio De Falco del Misto.

Ore 10.34 – Bonifazi: Salvini ha agito con l’avallo del governo
«Ci rimettiamo all’aula» spiega il capogruppo Iv in Giunta, Francesco Bonifazi dopo aver annunciato di non partecipare al voto. «Non c’è stata un’istruttoria seria» afferma. E aggiunge: «Dal complesso della documentazione prodotta, non sembrerebbe emergere l’esclusiva riferibilità all’ex ministro dell’Internodei fatti contestati. Diversamente pare che le determinazioni assunte da quest’ultimo abbiano sempre incontrato, direttamente o indirettamente, l’avallo governativo»

Ore 10.26 – Italia Viva non voterà per il processo a Salvini
Italia Viva non voterà sì all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. Nelle dichiarazioni di voto il partito di Matteo Renzi ha annunciato la sua astensione. Si confermano i dubbi espressi alla vigilia del voto dal renziano Giuseppe Cucca relativi a «novità» emerse.

Ore 10.25 – Gli altri casi legati a Salvini
Come sono andati, in passato, i voti sulle richieste di processo per Salvini per quanto deciso e messo in atto nei confronti delle navi delle Ong? Il Senato, nel marzo 2019, ha negato l’autorizzazione a procedere per il caso della nave «Diciotti». Il 12 febbraio scorso invece Palazzo Madama autorizzò la richiesta di via libera per quello della nave «Gregoretti» (qui la spiegazione del caso).

Ore 10.15 – La vicenda della Open Arms
Come ricordava Claudio Del Frate qui, la vicenda della Open Arms fu una delle più lunghe e tormentate tra quelle che caratterizzarono il rapporto tra Salvini e le Ong. La nave rimase in mare in attesa di un porto di sbarco per 19 giorni, tra l’1 e il 20 agosto del 2019, proprio nei giorni in cui si consumava la crisi di governo. Sia l’Italia sia Malta negavano il porto di approdo finché la nave si avvicinò a Lampedusa, entrando nelle acque territoriali italiane. A quel punto, per far sbarcare i profughi fu necessario un «blitz» a bordo del pm di Agrigento Luigi Patronaggio — lo stesso che ora chiede di processare Salvini — con due medici che constatarono la insostenibile situazione sanitaria. A quel punto sequestrò la nave, determinando di fatto la necessità di far scendere a terra i migranti. Subito dopo Patronaggio annunciò di voler indagare se c’erano state omissioni da parte di «pubblici ufficiali» (senza specificare quali) nel negare lo sbarco ai naufraghi.

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