Ecco le condizioni Ue per il Recovery Fund: “Soldi e prestiti solo a chi fa vere riforme”
Marco Bresolin
DALL’INVIATO A BRUXELLES. Alcuni le definiscono «condizioni». Per altri invece sono «incentivi». Al di là dei diversi punti di vista, una cosa è chiara: le risorse del Recovery Fund non saranno distribuite in maniera incondizionata. Per avere accesso alla propria quota, i governi dovranno presentare un «Piano nazionale per la ripresa e la resilienza» nel quale indicheranno le riforme e gli investimenti che intendono finanziare. Se verranno giudicati in linea con le raccomandazioni della Commissione e con le priorità Ue, allora scatterà l’erogazione.
Funzionerà così la «Recovery and resilience Facility», lo strumento che costituisce il cuore del Recovery Fund. Il maxi-piano per la ripresa sarà presentato oggi da Ursula von der Leyen e potrà mobilitare una somma potenzialmente superiore ai mille miliardi, anche se per raggiungere quell’obiettivo servirà il contributo degli investimenti privati (comunque spinti dai fondi Ue). La quota di soldi «freschi», raccolti dalla Commissione sui mercati attraverso il «Recovery Instrument», sarà infatti inferiore. Ma probabilmente superiore ai 500 miliardi chiesti da Angela Merkel ed Emmanuel Macron. Con la differenza che non si tratterà unicamente di sovvenzioni a fondo perduto, ma anche di prestiti da rimborsare. Questo per andare incontro alle richieste dei quattro Paesi frugali: Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca. Con la proposta sul tavolo inizieranno ufficialmente i negoziati tra i 27 governi. Trovare un accordo non sarà affatto semplice.
Dimensioni del fondo e rapporto tra prestiti e sovvenzioni: è su questi due fronti che si sono concentrate le trattative dell’ultima ora. All’interno della Commissione c’è stato un forte pressing da parte dei commissari Paolo Gentiloni e Thierry Breton. I due hanno spinto per garantire almeno 500 miliardi di sussidi, come previsto dalla proposta franco-tedesca. Una somma alla quale poi aggiungere un’ulteriore quota di prestiti. Nella tarda serata di ieri si respirava un cauto ottimismo, ma il via libera definitivo arriverà soltanto dopo il collegio dei commissari in agenda questa mattina alle 9.
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