Coronavirus e test sierologici, l’immunologo Mantovani: «Ecco perché non dicono se siamo protetti e per quanto»

di Cristina Marrone

Coronavirus e test sierologici, l'immunologo Mantovani: «Ecco perché non dicono se siamo protetti e per quanto»

Dalla Sardegna al Trentino Alto Adige chiedono la patente di immunità per i turisti. Ma ha senso fare i test sierologici ai visitatori per capire se hanno sviluppato immunità a Covid-19?
«Lo ripeto da tempo e lo sostiene anche l’Organizzazione mondiale della Sanità: questi test per la ricerca di anticorpi per Sars-CoV 2 sono uno strumento prezioso per valutare la prevalenza e la diffusione del virus e in alcune condizioni cliniche, ma non danno una patente di immunità. Sul singolo a oggi ancora non sappiamo se la presenza di una certa quantità di anticorpi è la spia di una risposta immunitaria che assicura protezione contro l’infezione».

I test sierologici in circolo sono affidabili?
«Lo Stato e la Regione Lombardia hanno scelto due test a mio avviso validi. Ricordiamoci che per i sierologici sulle malattie infettive sono richiesti alti livelli di specificità e sensibilità (oltre 97%) per evitare il più possibile i falsi positivi e i falsi negativi. Oggi sono in commercio un centinaio di test, ma molti, forse la maggioranza non sono stati validati in modo rigoroso. Il governo britannico ne ha acquistato e buttato via 35 milioni rivelatisi inaffidabili. Indipendentemente dalla qualità del test una persona con la presunzione di essere immune può essere indotta decidere di non usare la mascherina o di non rispettare il distanziamento sociale: invece potrebbe ammalarsi e comunque portare in giro il virus».

Come mai ancora oggi non ci sono evidenze sull’efficacia dell’immunità data dagli anticorpi?
«Questo virus non ha studiato sui libri di immunologia e si comporta in modo diverso da quanto siamo abituati a vedere. Nella risposta immunitaria classica prima arrivano gli anticorpi di classe IgM e poi a distanza di giorni quelli di classe IgG, che in genere sono neutralizzanti. Ma il nuovo coronavirus segue strade diverse, a volte le due immunoglobuline compaiono insieme o invertite. E quando ci sono gli anticorpi IgG è possibile che il virus sia ancora presente ed è per questo che serve il tampone per escluderlo».

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