Spostamenti tra regioni, Lombardia e Piemonte in bilico. Scienziati: “No alla riapertura”
di ELENA G. POLIDORI
Roma, 28 maggio 2020 – Niente di cui gioire. I dati del contagi e dei morti di ieri riportano indietro le lancette del tempo dell’epidemia e mettono il governo davanti ad un bivio, ad una decisione politica pesante “alla quale – si sostiene sia al ministero della Salute che a Palazzo Chigi – nessuno ha intenzione di sottrarsi”. Se i dati di venerdì e quelli fino a lunedì prossimo, 1 giugno, evidenzieranno una risalita dei contagi, soprattutto in Lombardia e in Piemonte (ma anche l’Emilia-Romagna è sotto la lente), il governo confermerà la chiusura delle due regioni più colpite. Sentiti entrambi i governatori, Cirio e Fontana.
Stando ai dati di ieri, le vittime quotidiane sono tornate sopra le 100 unità e il numero dei nuovi contagi aumenta in Lombardia che raddoppia il dato in un solo giorno. Dei 584 tamponi positivi rilevati ieri, la maggior parte sono proprio in Lombardia, con 384 nuovi positivi (il 65% del totale). L’incremento di casi è di 73 in Piemonte, 16 in Emilia Romagna, 12 in Toscana, 39 in Liguria e 11 nel Lazio. Tutte le altre regioni ne hanno meno di dieci, zero nelle Marche, Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, Basilicata.
“Stiamo osservando l’andamento della curva epidemiologica – raccontano dal Comitato tecnico scientifico –, ma solo alla luce dei dati di venerdì prossimo, quando sapremo con precisione se sulle aperture del 18 maggio il sistema ha tenuto nel suo complesso, potremo prendere una decisione”. Si aspetterà fino a lunedì pomeriggio prima di fare un punto della situazione con Palazzo Chigi, da dove partirà la decisione finale.
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