Spostamenti tra regioni, Lombardia e Piemonte in bilico. Scienziati: “No alla riapertura”

Certo, i dati di ieri hanno un po’ rotto le uova nel paniere agli ‘aperturisti ad oltranza’ che sono pure presenti negli organi preposti alla gestione della pandemia nazionale, facendo tornare la maggioranza dei componenti del Comitato tecnico scientifico (in particolare i rappresentanti dell’ISS) in una posizione attendista e cauta. Trapela, infatti, tra le fila del Comitato, un orientamento più favorevole alla chiusura delle due regioni “per almeno una settimana ancora”, giusto per valutare se, come si teme, questi dati rappresentano il pericolo di quella famosa ‘seconda ondata’ di cui si è ampiamente parlato nei giorni scorsi e che – ancora – non sembrava essersi manifestata. Oppure se è solo “una curva che rimane su un crinale medio basso, comunque non troppo preoccupante”. 

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, si dimostra, in questo momento, il ’cauto tra i cauti’, respingente ad ogni pressione esterna (ancora tutte molto forti, anche nel governo) verso la riapertura totale “nonostante tutto”. “Convivere con il virus non significa incoscienza”, ripete spesso. Dunque, lunedì prossimo, intorno alle 17, dovrebbe succedere questo. Che il Comitato tecnico scientifico e il governo faranno il punto della situazione generale, “dati alla mano degli ultimi quattro giorni dopo la riapertura del 18 maggio; se i dati saranno confortanti – dicono dal ministero della Salute – andremo avanti con la riapertura di tutte le regioni, come da road map. Diversamente, il governo si prenderà la piena responsabilità politica, sentiti i governatori delle regioni interessate, di far restare chiusi ancora alcuni territori; sarà la mappatura del contagio a dirci quali e quanti, anche all’interno delle regioni interessate”.

QN.NET

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